VENEZIA. Sesso in ogni momento, criminalità, disagio e negozi di animali sono le componenti del poderoso ma un po’ goffo esordio di Olmo Schnabel – figlio del candidato all’Oscar Julian – Pet Shop Days, a Venezia in Orizzonti Extra.
Nel cast Jack Irv, Dario Yazbek Bernal e Willem Dafoe e, di supporto, Peter Sarsgaard ed Emmanuelle Seigner.
In un gesto disperato, l’impulsivo e ribelle Alejandro scappa di casa. In fuga da un padre rigido e crudele e da un rapporto ambiguo con sua madre, il ragazzo lascia il Messico e si ritrova a New York: lì incontra Jack, giovane dipendente di un negozio di animali con una situazione familiare non distante. Il colpo di fulmine tra i due li spinge, in una spirale di droghe e depravazione, negli abissi della malavita della Grande Mela. Quando il passato di Alejandro minaccia di raggiungerlo, Jack è obbligato a scegliere tra la sua famiglia e una vita in fuga.
Una tragedia moderna, insomma, così commentata dal regista su ‘Variety’: “A New York tutto può succedere. Incontri un perfetto sconosciuto, ne sei innamorato o infatuato, e poi due settimane dopo ti rendi conto che è una persona del tutto diversa da come sembrava”.
Schnabel ha scritto la sceneggiatura insieme a Irv e Galen Core e ha inviato una prima parte del film a Martin Scorsese, chiedendo un feedback.
Per tutta risposta Scorsese è salito a bordo come produttore esecutivo. Mica male.
“Ho visto i suoi film, i film di Brian De Palma – commenta Schnabel – i film di Cassavetes, ho pensato che il film fosse molto legato ad altre storie di New York. Quando ho sentito che gli piaceva, ho pensato, okay, potrei anche chiederglielo e vedere cosa dice e lui ha gentilmente accettato la mia offerta. Sarò per sempre grato anche solo di essere associato a lui. Sono cresciuto a Manhattan, ho sempre considerato New York un posto stimolante ma emotivamente opprimente. Quando durante la pandemia mi sono trasferito a Città del Messico, la distanza mi ha dato la possibilità di riflettere sul mio legame con New York, e di esplorarne gli elementi più affascinanti e quelli più tossici. La lontananza mi ha permesso di considerare Pet Shop Days da una nuova prospettiva – volevo scrivere una lettera d’amore a una New York che non esiste più, dove gli incontri casuali capitano ovunque e le opportunità sono infinite. E’ un film sull’affrontare le delusioni della vita. Ciascuno è solo a modo suo, e attraverso questo forte senso di isolamento veniamo attratti l’uno verso l’altro. A volte, quando siamo disperati perché vogliamo fuggire dalla solitudine, l’inaspettato può cambiarci in modo irreversibile, nel bene e nel male”.
Intervista al regista e sceneggiatore Stefano Sollima, e agli attori Pierfrancesco Favino e Gianmarco Franchini
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