Anche la Mostra veneziana si prepara a festeggiare l’ “Antonioni Day”, il 29 settembre quando il regista ferrarese compirà 90 anni, con una rassegna completa delle sue opere realizzata da Cinecittà Holding e curata da Carlo di Carlo. In programma, in Sala Perla e Sala Volpi, 16 cortometraggi, 17 lungometraggi e 4 filmati dedicati al cineasta, in particolare Fare un film è per me vivere di Enrica Antonioni, Antonioni, lo sguardo che cambiò il cinema di Carlo Di Carlo e Sandro Lai, L’ultima sequenza di ‘Professione: reporter’ di André S. Labarthe e Caro Antonioni… di Gianni Massironi.
Si comincia domani 29 settembre in Sala Perla con i cortometraggi realizzati negli anni Quaranta, uno sguardo neorealista ante litteram, attento alla realtà sociale. A partire da Gente del Po, un corto di 9 minuti, dedicato al fiume e alla vita degli abitanti che vi lavorano in balia di alte maree e tempeste, realizzato in piena guerra e poi montato nel ’47 con il poco materiale recuperato: “Nessuno nel documentario si era occupato di gente umile, di povera gente. Sotto il fascismo era assolutamente proibito… il fatto che io avessi affrontato questa materia era già di per sé abbastanza importante e proprio preludeva a quello che poi fu tutto il movimento neorealista italiano”.
Una prima tranche di cortometraggi riguarda il periodo 1943/1964, da Gente del Po a Il provino (prefazione a I tre volti), un’altra invece gli anni dal 1978 al 1997, da Antonioni visto da Antonioni, intervista di Lino Miccichè a Sicilia.
La retrospettiva prende il via con Cronaca di un amore, debutto nella regia del 1950 dopo due film mancati, Lo sceicco bianco che Carlo Ponti preferì affidare a Federico Fellini e Stanotte hanno sparato, un giallo a sfondo omosessuale, soggetto all’epoca poco gradito nell’Italia perbenista di quel tempo e presto abbandonato. Al di là delle nuvole realizzato in collaborazione con Wim Wenders nel 1995, chiude la sezione dei lungometraggi, che propone tra l’altro le copie restaurate a cura di Mediaset – Cinema Forever e Scuola Nazionale di Cinema di L’avventura, in anteprima, e Deserto rosso.
L’appuntamento veneziano con l’opera omnia di Antonioni rappresenta dunque un’occasione unica per ripercorrere passo dopo passo la carriera di questo autore e insieme rintracciare il filo conduttore dei film di oltre un cinquantennio d’attività. “Noi sappiamo che sotto l’immagine rilevata ce n’è un’altra più fedele alla realtà – ha raccontato Antonioni – e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima. Fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa, che nessuno vedrà mai. O forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà”.
Nel frattempo attendiamo il suo ultimo lavoro, il dramma erotico Il filo pericoloso delle cose, episodio centrale del film Eros.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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