E’ stato un grandissimo successo di pubblico in Russia, dove è uscito in contemporanea al sessantesimo compleanno di Nikita Mikhalkov, coprotagonista nel ruolo di un ambiguo diplomatico dell’ex impero sovietico. Putin ha elogiato il cineasta russo e sostenuto l’uscita della pellicola. Ora Persona non grata, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, arriva finalmente nelle sale italiane, grazie all’Istituto Luce, che l’ha coprodotto. Esperienza che ripeterà con il prossimo progetto di Krzysztof Zanussi, tratto da una pièce di Rocco Familiari (Il sole nero): un film che sarà ambientato a Catania e girato la prossima primavera.
Zanussi ha lontane origini italiane (è imparentato con i celebri produttori di elettrodomestici) e parla benissimo la nostra lingua, ma si sente evidentemente polacco. “Tornerò presto a lavorare in Polonia grazie alla nuova legge che servirà a destinare parte dei proventi del cinema americano alla produzione nazionale, tassando anche le emittenti televisive e che sicuramente risolleverà le sorti del nostro cinema nazionale”.
Leone d’oro a Venezia 1984 con L’anno del sole quieto, Zanussi ha un fortissimo legame con il suo paese e con la politica. L’ha dimostrato anche dirigendo uno degli episodi del film collettivo Solidarnosc, Solidarnosc, realizzato per il 25° anniversario dello storico sindacato indipendente con contributi di vari autori, tra cui Jan Jakub Kolski e Piotr Trzaskalski. “E’ un film che tocca la delusione dei padri della libertà: gli idealisti invecchiano e una nuova generazione arriva a criticarli”, ci ha spiegato Zanussi. Nel suo episodio ha rievocato le riprese del suo film dell’80 su Karol Wojtyla, Da un paese lontano. “Per girare la scena della liberazione di Cracovia nel ’45 portai sette carri armati sovietici in strada: l’ambasciata americana, avvertita da Washington grazie al satellite, si allarmò temendo un intervento dell’Armata rossa e dovetti impegnarmi al massimo per tranquillizzarli”.
Grande ammiratore di Giovanni Paolo II, che conosceva da quando era vescovo di Cracovia e che “ha marcato la società e il mondo intero riportando alla Chiesa una nuova giovinezza”, Zanussi mette sempre in primo piano nel suo cinema i segni della sua spiritualità cristiana. E’ una spy story Persona non grata, ma affronta temi etici e il regista è felicissimo quando paragoniamo il suo stile a quello di Graham Greene. “E’ il mio scrittore preferito: l’ho incontrato quando mi chiesero di realizzare un film dal suo romanzo ‘Il dottor Fisher di Ginevra’, progetto naufragato perché fu poi affidato a Michael Lindsay-Hogg anche se avevo già trovato l’inteprete, James Mason. Con Greene passammo parecchi giorni insieme e mi resi conto direttamente di come utilizzava le tecniche del giallo per affrontare temi di natura religiosa”.
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