Come concludiamo la settimana di CinecittàNews dedicata al Festival di Sanremo? Ci abbiamo pensato e ripensato e alla fine abbiamo deciso di farlo con l’attore che, secondo noi, ha meglio capito lo spirito del Festival in 73 edizioni e quello che ha lasciato maggiormente il segno. Una delle leggi non scritte del Festival è infatti, mettersi al servizio dello show: sia che si sia un cantante che un presentatore che un ospite. Provare a invertire la formula regala risultati deludenti. Sulla scelta non abbiamo avuto dubbi e quindi questo vuole essere un omaggio conclusivo della settimana del Festival che facciamo al mondo degli artisti che sanno trasmettere la loro arte e la loro umanità a ogni tipo di pubblico. L’anno è il 1970, il video vi consigliamo di vederlo qui sotto. Presenta Enrico Maria Salerno, altro grandissimo attore. Sul palco, ospite d’onore, Nino Manfredi, all’epoca non ancora 50enne, fresco del successo di Nell’anno del Signore. Quando Manfredi sale sul palco, non ce n’è per nessuno, il Festival è lui: 6 minuti di introduzione tra battute, racconti, aneddoti, un concentrato di manuale di recitazione mandato ai posteri. Poi, mentre l’orchestra diretta da Maurizio de Angelis attacca, Manfredi fa una cosa fuori da ogni copione, che manco Jim Morrison forse avrebbe osato nel 1970 a Sanremo: si accende una sigaretta, così davanti al pubblico, al microfono. La aspira con calma, si rivolge all direttore d’orchestra e gli dice “attacca Mauri’ che se n’annamo”. E parte con Tanto pe’ canta’, brano composto quasi 40 anni prima da Ettore Petrolini su testo di Alberto Simeoni. Una versione scanzonata e struggente, a tratti divertente ma che porta con sè la dolente malinconia che l’ha resa un evergreen in molte versioni. Non a caso il 45 giri di Manfredi che uscirà alcuni mesi dopo è rimasto per quattro mesi nella top ten dei singoli più venduti in Italia, un risultato per niente scontato per un attore che aveva rispolverato una canzone degli anni Trenta.
Non resta che gustarvi la canzone e a Sanremo ci pensiamo l’anno prossimo!
Nel 1963 Vittorio De Sica e Cesare Zavattini partecipano alla prima giuria di qualità della storia del Festival di Sanremo. I risultati saranno a dir poco controversi. Almeno quanto le parole usate da Pier Paolo Pasolini per l'edizione del '69
Edizione del 1981: quando Troisi arriva in Riviera per le prove gli vengono chiesti i testi del suo intervento e si capisce che l’attore parlerà di diversi argomenti tra cui l’Annunciazione e il terremoto dell’Irpinia. E in Rai inizia a crescere l’allarme
Per pochi è stata una svolta nella carriera, per molti un momento di disagio o addirittura di grande stress emotivo da dimenticare il prima possibile. Il rapporto tra gli attori e la conduzione di Sanremo non è mai stato semplice
Le ospitate di star del cinema al Festival di Sanremo sono una sequenza a metà strada tra l’horror e l'imbarazzo generale. Unica eccezione Will Smith