Paul Vecchiali è morto mercoledì 17 gennaio all’età di 92 anni. Nato ad Ajaccio e cresciuto a Tolone, fu regista, scrittore e produttore.
Più di cinquanta i lungometraggi firmati. Una lunga carriera iniziata nel 1961 con Les Petites Drames e proseguita tra indagini estetiche e volontà realiste. A Vecchiali dobbiamo il primo film francese capace di raccontare Aids e omosessualità, il celebre Once More – Encore presentato alla Mostra di Venezia nel 1988. Ma non mancano alla sua filmografia le ricerche spirituali e i messaggi sociali.
Da quel primo film nacque la stima e l’affetto di Truffaut. Fu subito legato alla Nouvelle Vague, di cui si sentiva figlio, e con cui condivise le esperienze ai Cahiers du Cinéma.
Significative furono le parole che Pier Paolo Pasolini riservò a Femmes, Femmes, diretto da Paul Vecchiali nel 1974: “Sono ancora commosso, sconvolto, faccio fatica a parlare perché, confesso, mi è successo raramente di vedere in questi ultimi anni un film così bello e così commovente”. Il poeta e regista italiano fu talmente scosso da volere le due protagoniste del film in Salò o le 120 giornate di Sodoma.
Vecchiali sognava un cinema *”*irriproducibile”, come la drammaturgia di Genet. Un’arte votata alla vita e per questo incapace di farsi stile, modello, calco. “Subito dopo ‘Rosa la rose, fille publique’ – raccontò – ho ricevuto quasi quaranta script, e ho sempre dovuto dire no grazie, l’ho già fatto”. Il richiamo era sempre ai Lumière, per “reinventare il cinema in ogni film”.
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