Dal 26 maggio al 12 giugno al Palazzo delle Esposizioni di Roma è in programma un omaggio al genio di Krzysztof Kieślowski a vent’anni dalla scomparsa. Dai primi corti degli anni ’60 fino alla celeberrima Trilogia dei Colori, “Passione Kieślowski” è un viaggio nell’opera di uno dei grandi maestri del cinema europeo, capace come pochi altri di raccontare i dilemmi morali e le contraddizioni della società moderna. La retrospettiva, la più imponente dedicata al regista negli ultimi anni, è promossa dall’Istituto Polacco di Roma e dall’Azienda Speciale Palaexpo, in collaborazione con Filmoteka Narodowa, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Associazione CortoItaliaCinema, La Farfalla sul Mirino e con il sostegno del Polish Film Institute.
Tra i molti eventi speciali del programma, curato da Marina Fabbri, spicca la presentazione in anteprima italiana del restauro de Il Decalogo, opera monumentale in dieci parti che nel 1989 fece conoscere il regista in tutto il mondo e che sarà presentata in due maratone sabato 28 e domenica 29 maggio. A inaugurare la rassegna giovedì 26 maggio sarà invece La doppia vita di Veronica, uno dei titoli più amati dal pubblico, che verrà introdotto dalla protagonista Irène Jacob e dal regista Pippo Delbono. L’attrice francese parteciperà nello stesso pomeriggio del 26 anche all’incontro pubblico previsto alle 17 all’Istituto Polacco di Roma, insieme ai critici Tadeusz Sobolewski, Mario Sesti e Fabio Ferzetti, e ai registi Pippo Delbono e Tomasz Wasilewski, Orso d’argento all’ultimo Festival di Berlino per United States of Love (che uscirà in Italia distribuito da Valerio De Paolis). In questa occasione sarà mostrato un documentario inedito di Kieślowski del 1975, Legenda, considerato perduto fino al 2008. Venerdì 3 giugno e sabato 4 giugno sarà invece Jerzy Stuhr, volto simbolo del cinema polacco e conosciuto dal pubblico italiano per la sua collaborazione con Nanni Moretti, a introdurre al Palazzo delle Esposizioni i film La tranquillità, bandito per anni dalla Polonia comunista, e Il cineamatore, una delle opere più emblematiche della carriera di Kieślowski. Non mancheranno poi i titoli che hanno creato il mito del regista tra i cinefili di tutto il mondo, da Il caso a Breve film sull’uccidere, da Non desiderare la donna d’altri ai documentari come Sette donne di età diversa e Le teste parlanti, senza dimenticare La fotografia, eccezionale esempio di cinéma vérité del 1968, che sarà proiettato martedì 7 giugno insieme a un documentario di Maria Zmarz-Koczanowska inedito in Italia e dal titolo quanto mai significativo per l’intera manifestazione: Krzysztof Kieślowski – Still Alive.
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