Pasotti regista con il “suo” Arlecchino

Ritorno alle radici per Giorgio Pasotti che dirige, insieme a Matteo Bini, Io, Arlecchino, in sala con Microcinema dall'11 giugno in 30 copie


Un ritorno alle radici di un padre e figlio grazie a una maschera dell’arte radicata nella loro terra. Io, Arlecchino di Giorgio Pasotti e Matteo Bini, in sala con Microcinema dall’11 giugno in 30 copie, lo racconta con toni da commedia sentimentale. Paolo (Pasotti) è un famoso conduttore tv di un programma popolare che raggiunge il padre malato, Giovanni (Herlitzka), teatrante con la maschera anarchica di Arlecchino sempre nel cuore. Giovanni che vive nel piccolo villaggio medievale di Cornello del Tasso, in provincia di Bergamo, ha tutta l’intenzione di spendere gli ultimi mesi della sua vita ormai alla fine continuando a recitare come Arlecchino nella piccola compagnia teatrale del paese, mettendo in scena, con dei dilettanti, i classici della Commedia dell’Arte. Paolo, tornando al suo paese, non solo riscoprirà un rapporto con il padre del tutto nuovo, ma si ritroverà anche ad amare quella maschera di Arlecchino con la sua anima rivoluzionaria. Da una parte dunque c’è il mondo della televisione, con i suoi falsi miti e la sua superficialità, dall’altra il mondo più semplice della piccola città di provincia. ”Con questo lavoro – dicono i due registi, entrambi bergamaschi come la maschera di Arlecchino – vogliamo raccontare una storia semplice, ma ricca, che farà ridere e piangere. Una storia dove il movimento viene dato dall’armonia tra gli opposti, in un gioco di sottrazione, dove alcuni momenti di poesia verranno risvegliati da guizzi, salti e lazzi. Arlecchino farà capolino nella nostra vita ed è pronto a smascherarci”.
Per Giorgio Pasotti, attore televisivo e di cinema che si misura per la prima volta nella regia: “L’Arlecchino, come quello rappresentato da Giorgio Strehler, è e resta uno spettacolo universale. Stride che al cinema un Arlecchino non sia mai stato rappresentato. Noi l’abbiamo fatto cercando di attualizzarlo. L’idea – continua l’attore – era quella di mettere in scena la sua anarchia, il fatto che a lui tutto sia concesso. Una maschera indomabile che è impossibile per i potenti incatenare”. Gli fa eco Roberto Herlitzka:”Ho visto lo spettacolo di Giorgio Strehler (Arlecchino, Servo di due padroni) e mi ha molto affascinato, noi abbiamo solo cercato di ricrearlo e portarlo nel presente”. Nel cast, anche Valeria Bilello, nel ruolo di una maestrina, e Lunetta Savino

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03 Giugno 2015

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