Pier Paolo Pasolini è nato a Bologna. Non si tratta di rammentare un semplice dettaglio anagrafico, ma di seguire una traccia. Importante. La traccia che Bologna ha lasciato nella formazione di una delle anime più sensibili del nostro Novecento, dalla nascita, in via Borgonuovo, il 5 marzo 1922, agli anni del liceo e dell’università, con un maestro come Roberto Longhi che ne plasmò lo sguardo e lo instradò verso una passione, quella per l’arte figurativa, che lo accompagnerà lungo tutto il suo poliedrico percorso creativo. Una vera e propria folgorazione.
Da questi assunti prende le mosse l’impegno che la Cineteca di Bologna, da decenni uno dei centri fondamentali nel mondo dove si studia Pasolini, rinnova nei confronti di PPP, nel centenario della nascita, nell’ambito delle iniziative che il Comune di Bologna promuoverà per questo importante anniversario: Folgorazioni figurative, questo il titolo della mostra che si inaugurerà a Bologna il 1° marzo, nei nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo, capitolo centrale, ma non unico, di un ritorno a Pasolini che si compone di due pubblicazioni, Pasolini e Bologna e Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative (questo ad accompagnare la mostra), un convegno allo Stabat Mater dell’Archiginnasio in programma il 3 marzo, una retrospettiva integrale, sempre a Bologna, al Cinema Lumière, dei film di PPP e la distribuzione (in collaborazione con CSC – Cineteca Nazionale) su tutto il territorio nazionale di alcuni tra i titoli più rappresentativi, grazie al progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema, con il quale la Cineteca di Bologna porta da un decennio nelle sale italiane i classici restaurati. Queste iniziative per il centenario della nascita di Pasolini sono realizzate dalla Cineteca di Bologna con il patrocinio dell’Alma Mater Studiorium Università di Bologna.
La mostra Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative cercherà quindi di disegnare quello sguardo pasoliniano, formato da Roberto Longhi, e che ritroviamo nelle sue opere cinematografiche, che il percorso espositivo analizzerà secondo un ordine cronologico, dall’esordio, nel 1961, con Accattone, all’ultimo Salò o le 120 giornate di Sodoma, uscito postumo a poche settimane dall’omicidio di PPP, avvenuto il 2 novembre 1975.
“La mostra – ricordano i curatori Marco Antonio Bazzocchi (Alma Mater Studiorum – Università di Bologna), Roberto Chiesi (Responsabile Centro Studi Pier Paolo Pasolini), Gian Luca Farinelli (direttore Cineteca di Bologna) – sarà un itinerario figurativo all’interno dell’immaginario di Pier Paolo Pasolini: ogni sezione corrisponderà a uno snodo fondamentale del suo percorso artistico e formativo, dall’insegnamento di Longhi alla pittura friulana, dalla scoperta di Roma e del cinema all’amore per le culture arcaiche, alla condanna della massificazione consumistica. Il filo conduttore del percorso sarà dato dai dipinti e dai disegni dell’arte della grande tradizione italiana e internazionale e di quella contemporanea che Pasolini ha assorbito nel proprio sguardo e ha rielaborato e reinventato nelle sue opere creando un immenso sistema visivo-scritto. Ogni sezione avrà un tema centrale che verrà illustrato dalle riproduzioni pittoriche e dai testi di Pasolini che le accompagnano, oltre che da audiovisivi comprendenti sequenze dei suoi film e dei suoi interventi. Così l’intera opera di Pasolini e il percorso del suo pensiero e del suo immaginario verranno raccontati attraverso un montaggio di immagini che corrisponderà a un racconto visivo”.
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