Il mondo del cinema si stringe in un triste abbraccio per la perdita di uno dei suoi pilastri fondamentali, il regista Paolo Taviani, che ci ha lasciati ieri 29 febbraio all’età di novantadue anni dopo una breve malattia. La sua scomparsa, proprio come fu per il fratello Vittorio nel 2018, crea un vuoto enorme nel cuore degli appassionati del cinema di tutto il mondo.
Nato in Toscana nel 1931, l’autore, insieme a suo fratello Vittorio, ha segnato un’epoca nel panorama cinematografico italiano grazie alla sua sensibilità artistica che gli ha permesso di consolidare una carriera lunga e ricca di successi.
Attraverso la sua gentilezza, la sua passione e lo spirito creativo sempre pronto a librarsi, Taviani ha lasciato un’impronta indelebile nei cuori di tutti, non solo dei cineasti, ma di tutti coloro che al suo cinema si sono lasciati ispirare.
Giancarlo Giannini che aveva prestato la voce come narratore nel film Le Affinità Elettive su Adnkronos commenta: “grande regista e persona di rara gentilezza” (…) “Sono davvero molto dispiaciuto. Avevo lavorato con lui al doppiaggio di un film, Le Affinità Elettive del 1996. Lo ricordo non solo come un regista che ha fatto dei film bellissimi insieme al fratello Vittorio, ma anche come una persona di rara gentilezza”.
Pupi Avati parlando all’Adnkronos lo ricorda così: “Ci telefonavamo e ci confidavamo, ha subito molte ingiustizie ed emarginazioni nel suo lavoro”(…) “Io avevo una consuetudine telefonica con lui negli ultimi tempi. Era stato dimesso da poco, doveva incominciare a fare un film, era pieno di entusiasmo, io lo caricavo perché per lui, come per me, il lavoro era la vita, non ci sono alternative”. Continua poi: “Erano telefonate nella prospettiva del futuro malgrado l’età che lui aveva voleva fare un film importante con le energie che gli stavano tornando. Forse chiamava me per questo, perché fra i colleghi ero quello più vicino a lui anagraficamente. Ho la sensazione che ci volessimo proprio bene, che ci confidassimo a livelli molto intimi e personali come prima non era mai accaduto”. “Era considerato una persona che ormai non faceva più parte del circolo attivo del cinema italiano, invece aveva una prospettiva nitida e tanti progetti. Il rammarico è enorme, non ci posso credere. Mi mancherà moltissimo”, conclude Avati.
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