Palma contro le guerre


M. MooreQuentin Tarantino l’ha sussurrato a Michael Moore sul palco del Palais. “Questo premio non c’entra niente con la politica. In giuria ci sono idee diverse e c’è anche chi non si interessa affatto di politica. Ti diamo la Palma d’oro perché hai fatto un grande film”. Una Palma americana, una Palma al cinema documentaristico e una Palma al grande evento di questo 57/o festival, quella a Fahrenheit 9/11. Una Palma molto applaudita da tutti e che forse porterà finalmente una distribuzione americana al film di Michael Moore, che è stato venduto ovunque nel mondo, persino in Albania, tranne che negli States. Ma Harvey Weinstein, il boss della Miramax, era più raggiante di tutti e il regista di Flint ha sogghignato “scommetto che troveremo una soluzione già stanotte”.
Eppure questa Palma d’oro non era scontata. Moore è un documentarista, aveva rivali forti, e i gusti di Tarantino sembravano sulla carta andare in direzione di un cinema più sofisticato, molto presente nel palmarès del resto. Dal Gran Prix al coreano Old boy al premio per l’interprete del giapponese Nobody knows, al Prix du Jury all’attrice di Lady killers fino al riconoscimento per Maggie Cheung, musa dell’ipercinefilo Olivier Assayas. Inaspettato è stato anche il riconoscimento a Tropical malady. Che detiene un doppio primato: è il primo film thailandese inserito nel concorso e subito ha ricevuto un premio. “Non ci pensavo proprio ha detto il giovane Apichatpong ringraziando i molti coproduttori di un progetto internazionale che coinvolge in forze l’Italia e l’Istituto Luce con tutti questi grandi nomi e questi grandi paesi, mi pareva già un miracolo essere in concorso”.
Emozionatissima anche l’israeliana Keren Yedaya, Caméra d’or con Or, passato alla Semaine. La cineasta ha dedicato il premio “a tutti coloro che vivono in schiavitù come le prostitute del mio film e ai molti israeliani che lottano contro l’occupazione accanto ai palestinesi”. Impegnata anche lei, ma persino Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri, funambolici attori-autori di commedia vincitori per la sceneggiatura di Così fan tutti, si sono schierati: “Sono felice di questa Palma a priori, anche senza aver visto il film”, ha detto lui. Mentre Agnès si è dichiarata solidale con la collega israeliana. “So cosa succede in Palestina, il mondo oggi ci fa paura. Speriamo che sia un palmarès per la pace”.

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22 Maggio 2004

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