‘Padre Pio’ per le vittime dell’eccidio di San Giovanni Rotondo e quelle ucraine

Il Padre Pio di Abel Ferrara alle Giornate degli Autori: protagonista Shia Labeouf.


VENEZIA – Il Padre Pio di Abel Ferrara – in Selezione Ufficiale alle Giornate degli Autori – è uno spaccato storico, al di là del Santo, è infatti ambientato alla fine della Prima Guerra Mondiale, a San Giovanni Rotondo, nel periodo del ritorno dei militari (quelli sopravvissuti, almeno) dal conflitto.  

“La sofferenza in unione con Dio è la porta per il Paradiso”, dice un frate a Pio, empatizzando lo stato d’animo contrastato e “bipolare” rispetto al sentire spirituale dell’altro: la forza di Shia Labeouf – nel ruolo protagonista – vive nella capacità interpretativa che sa ricorrere ad uno sguardo mimico come assente dal “qui e ora”, come assorto in un’altra dimensione, e, al contempo, sanguigno quando si confronta con la voce del diavolo, per esempio; sequenze, queste più violente, in cui Ferrara sceglie una visione distopica, fuori fuoco, calda nella cromia, dove spesso domina un suono che fa eco a un mélange di pianto, di ruggito, di gemito di sofferenza. Efficaci sono le musiche del film, di Joe Delia

Mentre “dentro” al monastero Pio vive la propria battaglia interiore, “fuori”, nelle strade di San Giovanni Rotondo, la gente si spacca tra i Socialisti che fanno discorsi sulla libertà, sul ribellarsi alle metodiche radicate dello sfruttamento, fino a giungere a riflessioni sul concetto di “rivoluzione della massa”, per cui il potere non si prende con la violenza ma con il consenso popolare e i fascisti con una visione padronale e totalitaria. Abel Ferrara mette quindi in parallelo la dimensione del cosmo religioso con quello sociale: una sorta di doppio binario su cui corrono due “guerre”, due ricerche di libertà, quella spirituale e quella politica, che mai entrano in contatto.

Ma Pio, in questa vicenda, si sente ricorrentemente abbandonato dal Signore, immerso nell’oscurità, seppur insegua la ricerca della doppia faccia delle cose della vita, che Ferrara mette in scena con una bella sequenza tematica, in cui il Frate fa un discorso richiamando alla mente la madre, quando lui bambino la osservava ricamare, per cui, dal suo punto di vista – contrario a quello di chi cuciva – vedeva solo un ammasso di fili ingarbugliati, mentre, se girato sul fronte del decoro, la visione – della medesima cosa – era ordinata e limpida.  

Nel film, anche una sequenza tra Labeouf e Asia Argento, che confida a Pio una situazione famigliare ambigua, un po’ pruriginosa: Pio qui, nonostante il proprio personale contrasto interiore, dimostra invece una volontà e una capacità di reazione e di tensione verso la luce, rispondendo alla donna che lei porta il “buio nel cuore”, perché non è pentita ma “gode” di questo vissuto, e le ripete, a gran voce, che “Dio può aiutarti”, esortazione alla quale lei risponde: “secondo me Dio non esiste”, così lui s’anima oltremodo e cacciandola le ripete tonante di affermare che “Cristo è il Signore”. 

Intanto, “fuori” si svolgono le elezioni politiche dell’anno 1920, la vittoria è dei Socialisti, ma questa soluzione amplifica ancor di più le opposizioni, sia quella esterna, ovvero sociale del popolo, sia quella interiore, spirituale. Il film, a questo proposito, è dedicato alle vittime dell’eccidio di San Giovanni Rotondo (14 ottobre del 1920) e alle vittime del conflitto ucraino in corso, e chiosa con un’immagine simbolo: una croce senza un Cristo e una mano, forata al centro, che poggia sulla spalla destra di Pio. 

L’approfondimento nell’intervista ad Abel Ferrara: leggi qui

autore
02 Settembre 2022

Venezia 79

Venezia 79

Biennale College: aperto il bando per l’edizione 2023

E' possibile iscriversi per team di nazionalità italiana composti da registi alla loro opera prima o seconda, associati a produttori che abbiano realizzato almeno tre audiovisivi

Venezia 79

Barbera: “E’ stato un festival intelligente e innovativo”

"Il cinema italiano ne esce bene. E anche Netflix". Bilancio di fine Mostra per il direttore Alberto Barbera e il presidente Roberto Cicutto. Si registra un +6% di biglietti venduti rispetto al 2019. Tra i temi toccati anche il Leone del futuro ad Alice Diop, documentarista attiva da più di dieci anni

Venezia 79

Guadagnino: “Bones And All, una storia d’amore viscerale e inesorabile”

Abbiamo incontrato il regista Leone d’argento – Miglior Regia: “Non penso sia un film horror ma una storia d’amore, come non credo che L’Esorcista non sia un horror ma un film bergmaniano fatto a Hollywood”. Bones and All esce in Italia – e nel mondo – dal 23 novembre

Venezia 79

Panahi e Nan Goldin, sedie vuote e sete di libertà

A volte i veri protagonisti sono gli assenti, come il regista dissidente Jafar Panahi, imprigionato da ormai due mesi, a cui Luca Guadagnino e Laura Poitras dedicano i loro premi


Ultimi aggiornamenti