Preparate i fazzoletti, come si diceva una volta. Perché è impossibile non commuoversi vedendo Nowhere Special – Una storia d’amore, film scritto, prodotto e diretto da Uberto Pasolini in sala con Lucky Red. Eppure lungi dall’autore voler indulgere nella retorica o nel ricattare lo spettatore. Nonostante la vicenda narrata. La sobrietà, la dolcezza, il passo delicato nell’affrontare una storia così drammatica rendono questa pellicola davvero speciale, da non perdere.
In concorso nella sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia 2020 e poi a Roma con Alice nella città, il film – come il suo precedente Still Life – affronta il tema della morte ma lo fa con un racconto pieno di vita e di speranza. Ispirato a una storia vera e ambientato a Belfast, ha come protagonista un uomo semplice (James Norton) che si guadagna da vivere come lavavetri. John è un padre single, dopo che la sua compagna l’ha lasciato, ha un bambino di 4 anni, Michael (l’incredibile Daniel Lamont) che accudisce in modo amorevole. Tuttavia una tragedia incombe su questa coppia affiatata: il padre è affetto da una malattia terminale e vuole lasciare suo figlio alla famiglia affidataria giusta. E dunque la narrazione ci porta a conoscere questi aspiranti genitori, coppie agiate o di modeste condizioni, senza figli o con prole numerosa. Negli incontri, orchestrati dalle assistenti sociali, il piccolo appare poco coinvolto e indissolubilmente legato al genitore, che inizialmente non gli ha parlato dell’eventualità della sua morte. Ma intanto scopriamo un’umanità variegata con pregi e difetti. Spesso queste famiglie vedono nell’adozione un modo per colmare lacune personali o frustrazioni e alla fine il genitore giusto non sarà quello più titolato sulla carta ma quello capace di mettersi davvero in sintonia con le emozioni di padre e figlio e mostrare anche la propria fragilità apertamente e con sincerità. E un altro tema importante del film è il dialogo che prosegue anche dopo la morte del genitore attraverso il lascito morale e di vita, i “doni” spirituali che non si interrompono con la fine dell’esistenza: un tema affrontato di recente, con diverso linguaggio, anche in 18 regali di Francesco Amato.
Uberto Pasolini – italiano, pronipote di Luchino Visconti, imparentato anche con Pier Paolo, da anni vive e lavora a Londra – ci racconta tutto questo con grande umanità e capacità di comprensione, facendoci letteralmente innamorare dei due protagonisti e conducendo lo spettatore quasi per mano così come John conduce per mano Michael nella sua nuova vita dopo di lui.
“Ho voluto girare questo film non appena ho letto del caso di un padre single che aveva passato gli ultimi mesi della sua vita alla ricerca di una nuova famiglia per suo figlio – spiega il regista – sebbene la situazione in cui si trovano i personaggi principali sia molto drammatica, la decisione è stata quella di avvicinarsi alla storia in un modo molto sottile, discreto, il più lontano possibile dal melodramma e dal sentimentalismo. La principale sfida è stata quella di lavorare con un bambino molto piccolo e di creare una relazione padre-figlio credibile e onesta. A soli quattro anni il piccolo Daniel Lamont è un attore naturale, straordinariamente consapevole e sensibile, e ha avuto la fortuna di lavorare al fianco di un attore di grande talento e generosità come James Norton”.
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