In arrivo il 19 marzo il nuovo film di Francois Ozon Una nuova amica, distribuito da Officine Ubu. Il vedovo David (Romain Duris) comincia a travestirsi da donna dopo la morte della moglie Laura (Isild Le Besco) creando non poco turbamento in Claire (Anais Demoustier), la migliore amica della defunta. The new girlfriend. Il film – che fa parte degli eventi di avvicinamento al Torino Gay & Lesbian Film Festival – “nasce da una lettura di questo testo, a cui mi sono accostato vent’anni fa, inizialmente volevo farne un corto, ma non ho trovato i soldi per realizzarlo, però la storia ha continuato a perseguitarmi”.
Non è privo di risvolti politici, viste le recenti polemiche sui matrimoni gay. “Non volevo fare un film politico – sottolinea Ozon – ma mentre lo scrivevo ci sono state in Francia le manifestazioni contro ogni forma di nuova famiglia. Allora mi sono reso conto che poteva essere utile a far vedere le cose in modo diverso agli spettatori, anche se in forma di fiaba”.
Spiega ancora Ozon: “Mi sono reso conto rapidamente che c’era anche un riferimento ad Alfred Hitchcock ed esattamente a La donna che visse due volte, anche se volevo un lieto fine. E, tra l’altro, con la cena lesbica più bella del cinema francese, meglio di quella de La vita di Adele. Non volevo comunque un film realistico, anche per questo l’ho girato un po’ dovunque e da nessuna parte”.
Ozon ci tiene a dire che “non si possono identificare travestitismo e omosessualità: l’80% degli uomini travestiti sono etero e hanno moglie e figli”. Tra l’altro ha calato l’intero racconto in un ambiente alto-borghese: ”Intanto perché l’intenzione era quella che fosse un film non realistico e molto stilizzato, una sorta di fiaba. Ma soprattutto perché – non avendo problemi di natura economica – i personaggi potevano concentrarsi esclusivamente sui problemi relativi alla propria identità. L’ipocrisia di quel mondo, però, viene fuori col personaggio della suocera di David, disposta ad accettare tutto purché non si venga a sapere in giro…”.
Tacchi alti, abiti scollati, trucco e parrucche, per Romain Duris non deve essere stato molto semplice: ”Tutt’altro, invece. Avevo fatto molti provini ad altri attori prima di lui – racconta il regista – ma tutti, chi più chi meno, finivano per trovarsi a disagio. Romain invece ha visto la cosa come una grande possibilità di arricchimento per la sua carriera, ed è riuscito a trasmettere con gioia questo piacere di ‘mascherarsi’, se vogliamo con la stessa leggerezza infantile di un bambino”. Gioia che l’attore ha saputo trasmettere anche alla collega Demoustier: “Mi sono nutrita del suo entusiasmo”, dice l’attrice, che sul proprio personaggio, quello di Claire, aggiunge: “Più un ruolo è complesso più riesce a svelare varie sfaccettature della femminilità. In molti film popolari le figure femminili sono tratteggiate sempre con qualche cliché di troppo”.
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