Si tiene al Cinema Fulgor negli Studi di Cinecittà, nell’ambito del RomeVideoGameLab il panel di presentazione di ‘Our rights, Our Planet, Stand Up for the Environment’, esperienza interattiva per raccontare i diritti minori dell’ambiente.
Lo presentano le cooperative “Indici Opponibili”, che usa la gamification per aumentare il coinvolgimento degli utenti e le retention dei contenuti, e “Articolo 12”, cooperativa che mira a rispettare, proteggere e promuovere i diritti dei bambini e degli adolescenti.
“Our rights, our planet” è specificamente un percorso interattivo ricco di motion graphics e con design responsive, che adatta contenuti sviluppato dalla copperativa Articolo 12. Lo scopo è sensibilizzare i minori di 18 sui diritti all’ambiente e formare una coscienza attiva per la difesa del pianeta.
A partire da un documento word si è dunque sviluppato uno storytelling web con design mobile first per i contenuti formativi, usando la narrazione interattiva per presentare interviste agli esperti e includendo un videogioco di carte, per raccontare temi importanti come l’ingiustizia ambientale ai ragazzi (ovvero la situazione data per cui i giovani subiscono i danni dell’inquinamento senza essere responsabili di averli creati).
Importante anche la localizzazione del tema: non contano solo le grandi problematiche del pianeta ma anche quelle specificamente legate all’ambiente che ci circonda, quini bisogna impegnarsi per evitare un ambiente tossico anche, ad esempio, evitando che si accumuli spazzatura sotto il proprio balcone.
I ragazzi e i bambini stanno ancora crescendo, un bambino respira più di un adulto, e questo può portarli, in un ambiente insalubre, a sviluppare maggiori problemi di salute. L’”Ambiente” è un concetto: non è solo dall’altra parte del mondo, ma nel nostro quartiere, nella nostra via. E’ qualcosa di vicino.
Si inizia con una pagina di “scrollitelling”, ovvero il racconto di una storia attraverso lo scorrimento dello schermo. Un ambiente sano è un diritto e ci sono degli articoli a cui si può fare appello, stabiliti dalle nazioni unite: abbigliamento adeguato, assistenza sanitaria, eccetera. Per approfondire ci sono interventi di esperti, ad esempio sull’accordo di Parigi o la CRC delle Nazioni Unite.
Le ricerche dicono che ci sono bambini e adolescenti che provano il sentimento di ‘eco anxiety’, una sorta di malessere per la preoccupazione verso il futuro. Qualcuno in Madagascar ha dovuto lasciare la propria casa perché non piove da cinque anni. Conseguenze del cambiamento climatico. Nel sito si elencano a mo’ di messaggio le soluzioni per stare meglio, e gestire questa ansia, ad esempio applicandosi in prima persona o rivolgendosi a un gruppo di attivisti. Fare qualcosa è possibile e uno degli obiettivi del sito/game è farlo capire ai giovani.
I responsabili del cambiamento climatico non sono i ragazzi, ma i ragazzi possono agire. In alcuni video si raccontano storie: una ragazzina del Galles ha raccolto delle firme per far sì che smettessero di produrre giochi in plastica, e ha vinto. Una linea di supermercati nel Regno Unito ha smesso di venderli. In Uganda una bambina si è mossa per i genitori che avevano perso il lavoro a causa del cambiamento climatico, ed è diventata un’attivista.
Il parere dei giovani conta.
“Giocando si impara”, insomma, e il gioco, clou del percorso, si chiama “Play your right cards!”, che a sua volta è un’ambiguità linguistica: gioca le carte giuste, ma anche gioca con i tuoi diritti. Ogni carta rappresenta un’azione (“Pulisci una spiaggia”, “Organizza una campagna”) con un effetto specifico. Alcune carte portano a pescare nuove carte, altre permettono di aggiungere slot, con uno schema attraente per i giovani che ricorda giochi celebri come ‘Magic’.
Il gioco insegna soprattutto la condivisione del problema e il percorso. Dicono gli sviluppatori “non si può partire da soli e da un momento all’altro con una campagna, ci sono delle fasi che vanno seguite”.
Del game esiste anche una versione cartacea, per venire incontro ai paesi in cui la linea Internet non è così veloce, dato che punta a una distribuzione mondiale con l’aiuto delle Nazioni Unite.
Per info: info@indiciopponibili.com
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