“In tutti i film c’è un ostaggio che viene ucciso per primo. Quello che sta sul c*zzo a tutti, e tu sei in pole position”.
E’ una battuta forte di Vanessa Incontrada nel film Ostaggi di Eleonora Ivone, che arriva su Sky Cinema Première il 15 maggio, giocando un po’ con gli stereotipi del genere thriller e action, mescolandoli con le istanze sociali e appoggiandosi sulla bravura del ricco cast che comprende anche GianmarcoTognazzi, Elena Cotta, Francesco Pannofino, Alessandro Haber, Jonis Bascir e la stessa Ivone.
E’ tratto da una pièce teatrale di successo di Angelo Longoni, scritta insieme alla stessa regista., una black comedy movimentata, caratterizzata da una comica adesione alla realtà sociale dei tempi della crisi. Un uomo, inseguito dalla polizia dopo una rapina, entra in una panetteria e prende in ostaggio gli avventori. Marco (Gianmarco Tognazzi), rapinatore improvvisato, è un piccolo imprenditore che all’ennesima cartella esattoriale dà di matto. Ambra (Vanessa Incontrada) è un’ex infermiera, ora prostituta “in proprio”. Regina (Elena Cotta) è una pensionata cardiopatica dai guizzi rivoluzionari. Remo (Francesco Pannofino), un panettiere pavido e aggressivo. Nabil (Jonis Bascir) è un venditore siriano saggio. Il commissario (Alessandro Haber) e la negoziatrice Anna (Eleonora Ivone) devono risolvere la situazione tragicomica, dove giocherà un ruolo fondamentale il mix e l’incontro tra le varie umanità.
“E’ un apologo sulla profonda crisi che in molti cercano di negare – ha dichiarato Ivone, di cui si è apprezzato alla Mostra di Venezia e alla Festa di Roma il corto Apri gli occhi – Il concetto che sta alla base del racconto è semplice ma fondamentale: “se nessuno fa nulla, non cambierà mai nulla”. Quelle dei cinque personaggi sono le tensioni e le paure di chi è ostaggio in altri modi e in altre situazioni all’interno della società. I problemi possono anche farci sorridere e riflettere, questa è la funzione del cinema. Ci siamo mossi nel solco della commedia all’italiana dove la narrazione realistica corre parallelamente al sorriso. Ho avuto la fortuna di avere attori che mi hanno restituito il senso del racconto impersonando figure emblematiche nelle quali tutti si possono riconoscere”.
“Tutto si svolge come in un acquario – specifica poi assieme a Longoni – come se i personaggi fossero dei ‘pesci umani’ guardati dallo spettatore. Un gioco di relazioni fondato su pulsioni fondamentali e contrapposte: la paura, la generosità, la solidarietà, l’opportunismo, il disprezzo, la disperazione. L’acquario è osservato a distanza anche dalla polizia comandata da due personaggi in conflitto fra loro e che costituiscono le due facce contrapposte dello Stato: un commissario che vuole risolvere la situazione con la forza è l’anima intransigente e ottusa che punta ciecamente solo all’ordine e alla repressione. Una psicologa/negoziatrice, che disprezza la violenza e che vorrebbe risolvere la “crisi” con le armi della mediazione, è l’anima più umana dello Stato, quella che i cittadini sono meno abituati a vedere. Nel negozio gli ostaggi e il carceriere offrono di sé stessi momenti comici e grotteschi ma anche tragici e dolorosi. Questa miscela crea situazioni divertenti ma anche di forte tensione. Il rapinatore conduce una strampalata trattativa con le forze dell’ordine nel tentativo di garantirsi la fuga”.
Spiega invece Tognazzi : “Quello che il mio personaggio fa non è certo nella sua natura. È una cosa che decide di fare in un momento di disperazione e nervosismo. Marco è un uomo per bene che tiene alla famiglia e soprattutto anche ai suoi dipendenti che per lui sono sempre la sua famiglia. Si trova però all’interno di un sistema che non gli dà alcuna via d’uscita, ma non è affatto un delinquente”. Ambra, spiega poi la Incontrada: “È una che a un certo punto ha scelto di fare la prostituta, una cosa che fa però con estrema dignità. Un lavoro poi che le dà la grande capacità di capire subito chi ha davanti e le permette anche di instaurare con tutti un rapporto molto personale. Così, non a caso, capisce subito che Marco è una persona veramente buona che si trova in un momento di difficoltà”.
Per Elena Cotta, il suo personaggio, Regina “è quello più scopertamente umano, la sua fragilità è quella di una persona qualunque che però a un certo punto sa far uscire la grinta, un carattere che mette tutti in linea”.Cosa è il mio personaggio ? “Una vera merda – replica Haber – un poliziotto represso che vuol sparare ad ogni costo”. Nabil, dice, infine, Bascir, “è uno dei tanti venuti in un barcone dall’altra parte del Mediterraneo e che rappresenta qualcosa, un problema che molte persone non vogliono vedere”.
C’è anche un cameo della figlia di Tognazzi, Andrea Viola, che interpreta proprio la figlia del sequestratore: “Anche mio padre – spiega Tognazzi – mi portava sul set e ho scoperto che c’è qualcosa di molto egoistico in questo. In realtà è una cosa che mi ha molto emozionato anche se penso che lei non voglia certo fare questo mestiere”.
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