Fuocoammare non ce l’ha fatta. L’Academy ha annunciato oggi la prima selezione di 9 film in lingua originale che concorreranno per gli Oscar e l’opera di Gianfranco Rosi è stata esclusa. I membri dell’Academy hanno preferito Tanna di Bentley Dean e Martin Butler, Australia; E’ solo la fine del mondo di Xavier Dolan, Canada; Land of Mine di Martin Zandvliet, Danimarca; Vi presento Toni Erdmann di Maren Ade, Germania; The Salesman di Asghar Farhadi, Iran; The King’s Choice di di Erik Poppe, Norvegia; Paradise di Andrei Konchalovsky, Russia; A Man Called Ove di Hannes Holm, Svezia e La mia vita di zucchina di Claude Barras, Svizzera.
Fuocoammare, già vincitore dell’Orso d’oro della Berlinale e appena premiato come migliore documentario agli EFA, gli European Film Awards, è stato invece incluso nei giorni scorsi nella pre-lista dei 15 documentari, che diventeranno 5 il giorno delle nomination, il 24 gennaio, un mese prima della cerimonia dell’Academy a Los Angeles, il 26 febbraio.
Secondo le previsioni di Variety nella prossima cinquina dei candidati ci sarebbe Fuocoammare insieme a O.J: Made in America di Ezra Edelman, Weiner di Josh Kriegman e Elyse Steinberg, 13th di Ava DuVernay e I Am Not Your Negro di Raoul Peck.
“C’è ancora tanta strada da fare, siamo ancora in partita e poi Fuocoammare è comunque una soddisfazione”. Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, che ha coprodotto il film e lo ha distribuito con 01, commenta così, conversando con l’AdnKronos, la notizia del ‘dimezzamento’ della corsa del film di Gianfranco Rosi verso l’Oscar. “La doppia candidatura , fino a questa fase, era già una soddisfazione con il film uscito a ottobre negli Usa, l’apprezzamento ricevuto in tanti festival e i giudizi lusinghieri della stampa e dei siti statunitensi – prosegue De Brocco – merito di Fuocoammare e, doppiamente, del suo regista che lo ha realizzato e negli Usa ha fatto e sta facendo un lavoro di comunicazione pazzesco: lo ha promosso magnificamente grazie anche al lavoro di chi sta seguendo con lui l’avventura americana del doc”.
La doppia candidatura è comunque un vantaggio per la pellicola in termini di visibilità: “La gara per il miglior doc è planetaria, Fuocoammare si è confrontato con tutta la produzione di documentari, anche con quella americana, diversamente da quanto avviene per l’altra categoria, e proprio oggi viene dato tra i favoriti da Variety” .
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