Oscar Cosulich


O. Cosulich“Le nuove tecnologie digitali hanno portato a una fusione e confusione di generi e canoni narrativi. In un gioco di rimandi continui tra Oriente e Occidente, è avvenuto uno sdoganamento culturale che ha spinto cineasti del calibro di Zhang Yimou a dirigere wuxia come quello presentato al Future Film Festival quest’anno: La foresta dei pugnali volanti“. Oscar Cosulich, critico e giornalista cinematografico, racconta la sua esperienza da direttore della rassegna bolognese che seleziona ormai da 7 anni il meglio della cinematografia mondiale d’animazione e di effetti speciali. Cosulich, prima fan e collaboratore poi condirettore della rassegna insieme Giulietta Fara dal 2002, racconta come le nuove tecnologie hanno cambiato il cinema e il mercato dell’audiovisivo. Future Film Festival, in programma fino al 24 gennaio a Bologna, propone una selezione ricchissima di anteprime e appuntamenti con ospiti come Genndy Tartakovsky, autore della serie di Star Wars: la guerra dei cloni, Bill Wise, character supervisor degli Incredibili, ed altri. Il festival, promosso dall’Associazione Amici del Future Film Festival, è sostenuto dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Bologna.

 

Perché parla di sdoganamento culturale?
Perché prima vetrine del cinema mondiale come Venezia e Cannes non avrebbero accettato film di genere come il wuxia e il cinema d’animazione. Eravamo partiti nel 1977 con Star wars di George Lucas, cappa e spada occidentali nati dalla fusione di Flash Gordon e storie di fantascienza. Abbiamo avuto filiazioni come Blade Runner e Terminator. Poi, grazie a Tarantino, autori come John Woo hanno ottenuto il visto d’entrata negli Stati Uniti. Il kung-fu ha fatto così il suo ingresso dalla porta principale della cinematografia occidentale e nel 1999 è nato Matrix, un’unione tra Star Wars, Philip Dick e l’arte marziale. Nel frattempo un cineasta come Ang Lee ha realizzato Hulk ma qualche suo connazionale ha cominciato a chiedersi se non fosse il caso di riportare a casa una disciplina come il kung-fu (Zhang Yimou gira nel 2002 The Hero, ndr). Ecco come nasce il wuxia, sul modello di The Matrix ma dove le mosse di kung-fu sono sicuramente più credibili…

Natural CityInsomma l’Oriente ha definitivamente conquistato il mercato dell’audiovisivo.
Natural city del coreano Min Byung-chun, sempre qui al Future, è costato 20 milioni di dollari mentre Alexander è costato 155 milioni di dollari. Natural city visivamente è Blade runner. Il digitale in questo momento sta abbattendo vistosamente i costi.

Il maggiore incasso mondiale però è l’americano Shrek.

Quando si parla di tecnologie digitali ed effetti speciali nel cinema americano si scopre che ci sono individui provenienti da diverse parti del mondo che lavorano per l’industria americana. Si pensi solo agli ospiti del nostro festival: da Andrea Maiolo, curatore degli effetti speciali di MIB e Van Helsing a Luca Prasso, character supoervisor di Shrek. Lo stesso Tartakovsky è russo.

Future Film Festival è anche un luogo d’incontro tra professionisti del settore, compresi gli italiani…
Si farà il punto della situazione qui a Bologna con un incontro tra varie società di produzione digitale. In Italia quelli che sono disposti a pagare per gli effetti speciali sono di solito i pubblicitari. Ma pagano poco e cercano soluzioni molto veloci.

L’evento da non perdere del Future Film Festival?
L’anteprima, domenica 23 gennaio, di Robots. Il film d’animazione, in uscita negli Stati Uniti a marzo, è stato realizzato dalla Blue Sky, gli stessi di Ice Age. Il fatto che la Fox lo abbia voluto presentare in anteprima mondiale non ancora finito è per il nostro festival un’attestazione di grande stima.

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21 Gennaio 2005

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