Recentemente Hollywood ha scoperto il potenziale orrorifico della suora, figura dall’indubbio fascino e dalle infinte sfaccettature narrative. Nel suo austero, elegante e sfaccettato abito nero e bianco, infatti, si intrecciano temi come quelli della femminilità oppressa, della fede cieca e, sotterraneamente, della maternità. Dai due The Nun all’imminente Immaculate, un trend di grande successo che “s’impossessa” anche di un altro popolare franchise horror, quello di Omen. In arrivo nelle sale dal 4 aprile, Omen – L’origine del Presagio è il prequel del film del 1976 di Richard Donner, che ha dato vita a una saga composta da tre seguiti, un remake di successo del 2006 e una serie tv.
Il film diretto da Arkasha Stevenson ci porta a scoprire tutti i terrificanti misteri che hanno portato alla nascita dell’Anticristo Damien, il bambino attorno a cui ruota tutta la saga. Protagonista è Margaret, giovane donna statunitense che si trasferisce a Roma per completare il suo percorso da novizia e diventare suora. È il 1971 e la Capitale è scossa da proteste sindacali e studentesche che faranno da cornice all’esperienza di Margaret all’interno di un orfanotrofio. Qui troverà subito affinità con una bambina problematica di nome Carlita: le due hanno tanto in comune e nel passato di entrambe si nasconde un segreto terrificante che Margaret sarà chiamata, suo malgrado, a scoprire. Il complotto per portare in vita l’Anticristo si è messo in moto e la novizia avrà un ruolo cruciale nel suo tragico dipanarsi.
Esattamente come gli studenti in protesta nelle piazze, Margaret e Carlita condividono un innato rifiuto dell’autorità, qualcosa che agli occhi della Chiesa può sembrar demoniaco, ma che nel film rappresenta un parallelismo con il ruolo della donna all’interno della nostra società. Il Femminile, nella sua complessità, è al centro di questo film: non a caso si è scelto di affidare la regia a una giovane esordiente, che potesse affrontare queste tematiche dal giusto punto di vista. Non è tanto il demonio pronto a incarnarsi la minaccia che Margaret è costretta ad affrontare, quanto la repressione dei propri desideri di libertà e indipendenza. Di conseguenza, a livello simbolico si scelgono i momenti della gravidanza e del parto come maggiori veicoli dell’orrore. L’immacolata concezione di Maria ritrova in questo film il suo terrificante corrispettivo satanico.
Arkasha Stevenson costruisce la tensione puntando più sulla psicologia della sua protagonista e meno sui tipici cliché del genere, presenti più come necessari orpelli che come veri e propri tiranti narrativi. Si percepisce lo sforzo di impostare un racconto orrorifico di stile classico, con eleganti scelte fotografiche e di messa in scena e un ritmo che non asseconda i frenetici canoni contemporanei. Aiuta certamente l’ambientazione romana degli anni ’70, con il suo fascino eterno: eccellenti tutte le ricostruzioni storiche e quelle più inquietanti, come i sotterranei che ospitano buona parte della sequenza finale, costruiti da zero nei Lumina Studios gestiti da Cinecittà.
Notevole la performance della protagonista, Arriva dal 4 aprile nelle sale il prequel dell’horror del 1976. Opera prima di Arkasha Stevenson, il film con Nell Tiger Free è ambientato nella Capitale e girato in parte negli Studi di Cinecittà, chiamata a compiere un viaggio piscologico tutt’altro che scontato e sulla cui interpretazione si fonda la credibilità dell’intera struttura narrativa. Al suo fianco troviamo attori del calibro di Sonia Braga e del candidato all’Oscar Bill Nighy, oltre all’apprezzata e riuscita presenza del nostro Andrea Arcangeli, unico interprete a cui è stato dato l’onere di portare in scena un po’ di sana italianità (apprezzabile principalmente nella versione in lingua originale).
Chi ricorda il film del ‘76, forse noterà alcune poco invasive incongruenze temporali e narrative. L’obiettivo è quello di dare a Omen – L’origine del Presagio (in originale The First Omen) il respiro necessario per dare il via a una nuova saga horror caratterizzata da un protagonismo tutto al femminile e da tematiche che agiscano di conseguenza. Di certo l’opera prima di Stevenson si stacca dal panorama horror odierno, offrendo una buona base di partenza per nuovi film che sappiano ampliare l’affascinante universo narrativo di Omen.
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