L’idea di un film sul ballo in stereoscopia, oggi che la tecnologia lo permette, è intrigante già di partenza. “Step Up 3D entrerà nella storia come il primo film di questo genere a essere girato in digital 3D”, afferma entusiasticamente la produzione in una nota.
Non è proprio vero: nell’ormai lontano 1986, nientemeno che Francis Ford Coppola aveva già realizzato con questa tecnica Captain EO, un corto interamente incentrato sulla figura di Michael Jackson, che alternava avventure fantascientifiche e passi di danza, ed era destinato agli avveniristici parchi dei divertimenti Disney della Florida e della California, in tempi in cui nel resto del mondo il massimo a cui si potesse aspirare in termini di tridimensionalità erano gli stranianti occhialini rossoblu. E attenzione, non si trattava di una produzione “minore”, perché i 17 minuti del film furono, al tempo, i più costosi mai prodotti, con una media di quasi un milione e mezzo di dollari al minuto.
D’altro canto, si gioca in casa, perché la Disney sulla serie Step Up detiene i diritti theatrical, e in realtà il film di Jon M. Chu, che riprende quanto lasciato in sospeso da Step Up 2-La strada per il successo, lungi dal volersi appropriare di primati non suoi, è un continuo omaggio al mai troppo compianto Jackson e spesso proprio a Captain EO, oltre che, naturalmente, allo storico video di Thriller a firma di John Landis.
Coreograficamente parlando, poi, la resa è sontuosa: i balletti, incentrati principalmente su stili moderni e stradaioli come la breakdance degli anni ’80, sono spettacolari, ritmati, e il talento dei performer, inguainati in costumi colorati imbrillantati con luci e lustrini, schizza letteralmente fuori dallo schermo creando, come afferma il produttore Patrick Wachsberger, “un duetto tra gli spettatori e i ballerini”.
“Nei vecchi musical classici – continua Wachsberger – è l’inquadratura stessa che gira e scivola assieme al ballerino, diventando parte integrante della danza. Con il 3D abbiamo la possibilità di elevare l’inquadratura a un livello completamente nuovo: gli spettatori non si limiteranno solo a vedere la danza, ma entreranno a farne parte”.
L’effetto stereoscopico, come in generale tutto il film, funziona moltissimo proprio su questi passaggi, che per fortuna sono tanti. Meno forte la parte narrata, che funge più che altro da collante tra un’esibizione e l’altra, mescolando stilemi classici del genere, alla Saranno famosi, e situazioni mutuate dalle soap opera più sdolcinate.
Ma il messaggio, dice la produttrice Jennifer Gibgot, “è coerente con quello degli altri film: credi in te stesso. Se credi in te stesso, puoi superare qualsiasi ostacolo che ti troverai davanti e così realizzerai anche i tuoi sogni”.
Nel cast, al fianco di Adam G. Sevani e Alyson Stoner, già visti nei primi due episodi della serie, si aggiungono i nuovi talenti Rick Malambri e Sharni Vinson, oltre a una vera schiera di talentuosi ballerini: Stephen “twitch” Boss, Keith Stallwoth, Kendra Andrews, Martin Lombard, Facundo Lombard e Oren “Flearock” Michaeli.
Il film, prodotto da Summit Entertainment in associazione con Offspring Entertainment, sarà in sala con Eagle Pictures a partire dall’8 ottobre.
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