Moana all’estero, Oceania da noi. E’ già famoso, in Italia, il nuovo film Disney che uscirà il 22 dicembre, grazie a questa simpatica ‘querelle’ circa il titolo scelto dai distributori, chiaramente atto a evitare la confusione con la celebre pornostar famosa in tutta Europa, per problemi di immagine ma anche perché pare che il termine, che in tahitiano significa ‘Oceano’, sia marchio registrato in diversi paesi: In Francia hanno scelto Vaiana, che è il nome della protagonista. Al di là di questo, la pellicola sorprende per la raffinatezza e l’accuratezza antropologica con cui riporta alcuni elementi cardine dei miti dei mari del Sud riuscendo ad adattarli a una narrazione moderna, forse anche troppo criptica per un pubblico di bambini. Ci sono le forze naturali personificate, c’è l’eroe culturale – Maui, con l’aspetto e la voce di ‘The Rock’ nella versione originale – che fonda con la sua azione elementi immutabili della realtà narratrice del mito (la posizione della volta celeste, il possesso del fuoco, la gestione della terra e del ciclo agricolo), e poi la protagonista, non una qualsiasi principessa ma un’operatrice mitologica a tutto tondo, con una funziona ben specifica, che non è quella dell’eroe, ma bensì quella di ‘andare a risvegliare l’eroe’ perché sia lui a poter compiere l’impresa. Anche se le cose non andranno poi esattamente come previsto.
E’ un film Disney sì, ma assolutamente atipico: a donzelle in pericolo e principi azzurri ci avevamo già rinunciato da tempo, ma qui non ci sono nemmeno veri e propri buoni e veri e propri cattivi, se si escludono le rappresentazioni antropomorfe della Terra, della Furia del Vulcano, delle Profondità Marittime che assumono di volta in volta aspetti positivi a seconda di come ci si rivolge a loro, seguendo le logiche proprie del mito, che deve compiere la sua funzione ‘fondante’ con un andamento sciolto, mutevole e poco rigoroso, più che quelle di una sceneggiatura coerente e messa su secondo i principi di causa/effetto. A farla da padrone è dunque l’atmosfera: la versione italiana è arricchita da un cast di voci memorabili.
L’intensa e versatile Angela Finocchiaro è Nonna Tala, confidente di Vaiana, con cui condivide il legame speciale che sua nipote ha con l’oceano. L’eclettico artista Raphael Gualazzi è Tamatoa, un granchio egocentrico di oltre 15 metri che vive nel regno dei mostri e cerca di darsi un tono ricoprendosi di oggetti scintillanti. La giovane cantante Chiara Grispo interpreta invece le canzoni di Vaiana, che nel film sottolineano alcuni dei momenti più importanti ed emozionanti della sua vita. Inoltre, nei titoli di coda, Rocco Hunt e Sergio Sylvestre (Vincitori rispettivamente di Sanremo e di Amici di Maria De Filippi) interpretano la versione italiana di uno dei brani portanti ‘You are Welcome’). La colonna sonora del film – disponibile dal 16 dicembre – comprende sette canzoni originali, oltre a due reprise e due cover delle canzoni del film che accompagnano i titoli di coda. “E’ piena di percussioni, canti corali e composizioni orchestrali ma a tratti è anche pop”, afferma il compositore Mark Mancina. “Abbiamo ritmi fantastici ispirati alla musica tradizionale delle isole del Pacifico e ritmi tipici della band Te Vak che eseguono musica tradizionale polinesiana da più di vent’anni”. “Sono uscita elettrizzata dal film – dice in particolare Finocchiaro – e spero che anche i bambini e soprattutto le bambini possano apprezzarlo prendendo a modello una ragazza forte come Vaiana”. “Senza dimenticare – aggiunge Rocco Hunt – il valore educativo e naturalista”.
In conferenza anche i registi Ron Clements, John Musker, la produttrice Osnat Shurer. “Non sapevo nulla di queste leggende polinesiane – dice Musker – prima di cinque anni fa. Ho letto qualcosa e mi sono appassionato, ho pensato subito che si potesse trarne qualcosa di interessante. Inizialmente ci eravamo concentrati sul personaggio di Maui ma poi siamo andati a dare un’occhiata tra Tahiti, Samoa e le Figi, anche su consiglio di John Lasseter che amava la storia ma voleva più ricerca. Così abbiamo fatto un vero e proprio trip antropologico e abbiamo riscritto il film aggiungendo Vaiana e tutta una serie di elementi: la navigazione, il rapporto con l’oceano, con la natura. E’ stato veramente istruttivo”.
“Tecnicamente – dice Clements – è stato impegnativo dare all’oceano dei sentimenti, e non solo l’aspetto realistico delle acque che si muovono, con luci, rifrazioni e increspature. Non solo era impossibile ai tempi de La Sirenetta, ma anche cinque anni fa, quando abbiamo iniziato a pensare a questo film. Era subito stato chiaro che non volevamo ci fosse una storia d’amore, è una storia di crescita e di formazione. Avremo ancora tanti personaggi femminili forti in Disney, questo però non significa che dimenticheremo il romanticismo”. “Vaiana è una tipa tosta e responsabile, ma anche compassionevole – chiude Shurer – Volevamo che fosse capace di grandi imprese sia fisicamente che moralmente. Ci piace raccontare i personaggi femminili, ma anche quelli maschili, è solo una questione di pari opportunità”.
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