Nouvelle Vague italiana

Con quattro titoli in concorso e quattro nella sezione competitiva Orizzonti l'Italia è ben rappresentata. E il direttore Barbera assicura: "Non solo quantità ma anche qualità"


4 + 4. Quattro titoli italiani in concorso a Venezia 74 – Ella & John – The Leisure Seeker di Paolo Virzì, Ammore e malavita dei Manetti Bros, Hannah di Andrea Pallaoro con Charlotte Rampling e Una famiglia di Sebastiano Riso con Micaela Ramazzotti e Patrick Bruel – e quattro in competizione nella sezione Orizzonti: Gatta Cenerentola di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, La vita in comune di Edoardo Winspeare, Brutti e cattivi di Cosimo Gomez e Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli.
 

E il direttore della Mostra Alberto Barbera parla con soddisfazione di ricambio generazionale e qualità molto alta. “Negli scorsi anni – dice Barbera – mi sono lamentato, quest’anno i titoli italiani sono tanti ma anche tutti molto validi e diversi. E ci sono molti film di giovani: opere prime, seconde e terze. Dei grandi autori, che sono tutti al lavoro e non pronti, da Salvatores a Moretti, c’è solo Paolo Virzì col suo primo film americano, Ella & John – The Leisure Seeker che tenta un salto di qualità internazionale”. E aggiunge: “Si praticano nuovi modelli espressivi, capaci di confrontarsi col cinema internazionale, è una piccola Nouvelle Vague che va dal cinema d’autore al film non dico commerciale ma che cerca un dialogo col pubblico”. Di Ammore e malavita dei Manetti Bros. parla come di film divertente e provocatorio che lavora sui generi. Dell’opera seconda di Sebastiano Riso come di un classico film d’autore su un soggetto sensibile che invita a riflettere. Andrea Pallaoro (già autore di Medeas) è un cineasta che prescinde dalla necessità di affidarsi al pubblico e chiede a una grande attrice come Charlotte Rampling di tenere sulle sue sole spalle un film rigoroso.

Li vedremo (dal 30 agosto al 9 settembre) alla prova di un concorso internazionale che propone opere di Darren Aronofsky, Guillermo Del Toro, Robert Guédiguian, Andrew Haigh, dell’artista cinese dissidente Ai Weiwei, del divo intellettuale George Clooney, del provocatorio Abdel Kechiche, dell’israeliano Samuel Maoz già vincitore con Lebanon del Leone d’oro, del sensibile autore giapponese Koreeda Hirokazu, di Alexander Payne e Paul Schrader e del veterano del documentario Frederick Wiseman. Un concorso ricco di spunti e che scommette sul cambio della guardia con ben 15 autori su 21 che affrontano la competizione per la prima volta in assoluto.  

Durante la fluviale conferenza stampa per la prima volta ospitata dalla multisala The Space Moderno (anziché come da tradizione dal Grand Hotel) e trasmessa in streaming, Barbera elenca l’intero programma di Venezia 74 soffermandosi su ogni titolo con un aggettivo o un apprezzamento “per non fare torto a nessuno”. Ed è impossibile riferire di tutto ma soffermiamoci su alcuni titoli italiani. Di Barbiana ’65, il documentario targato Luce Cinecittà su don Milani, ricorda che si tratta di immagini riprese da Angelo D’Alessandro, unico cineasta ammesso dentro alla scuola del Priore, e ora ritrovate e montate dal figlio Alessandro. La lucida follia di Marco Ferreri è un omaggio a un autore un po’ dimenticato, di cui sarà proposto alla Mostra anche un titolo cult come La donna scimmia. Il Signor Rotpeter di Antonietta De Lillo affidato alla recitazione di Marina Confalone rilegge Kafka (Una relazione per un’Accademia) facendo piazza pulita di ogni antropocentrismo. “Con tutte le peculiarità del cinema di finzione ho realizzato il mio primo ritratto a un personaggio immaginario nato dalla penna di uno scrittore”, spiega la regista napoletana.

Fuori concorso c’è anche Diva! di Francesco Patierno dove nove attrici, da Isabella Ferrari ad Anna Foglietta, vengono chiamate a impersonare Valentina Cortese. Unico uomo in scena è Michele Riondino. Ne Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini, Valeria Golino e Adriano Giannini vivono una storia d’amore complicata dal fatto che lui è in fuga da qualsiasi responsabilità e sempre immerso nel lavoro e lei è non vedente dall’età di 16 anni e da poco separata dal marito. Incuriosisce Piazza Vittorio di Abel Ferrara, uno dei molti film dedicati al tema delle migrazioni con interviste agli abitanti dell’Esquilino di diverse etnie e condizioni sociali (qui vivono anche molti cineasti). Happy Winter di Giovanni Totaro, sempre nel fuori concorso, è un documentario sulla celebre spiaggia siciliana di Mondello. Evviva Giuseppe di Stefano Consiglio è un film sulla vita e i tanti talenti di Giuseppe Bertolucci, regista di cinema, teatro e televisione a volte un po’ oscurato dal più celebre fratello.

Sulla selezione non italiana leggi il nostro articolo Venezia violenta con curiosità e consigli di visione.

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