BERLINO – Cosa accade quando una, tutt’altro che tenera, settantenne eredita dal padre un preziosissimo condominio nel centro Stoccolma, dove il mercato immobiliare è alle stelle e il problema della casa accomuna tutti? Torna immediatamente in Svezia convinta di potersi dedicare per il futuro al lusso più sfrenato e si trova, invece, di fronte a una situazione disastrosa: il fratellastro e suo figlio hanno seriamente trascurato il loro lavoro di custodi immobiliari del condominio ereditato, che al momento versa in uno stato miserabile ed è occupato da inquilini senza contratto, per lo più studenti, madri single e immigrati. È quello che succede nello svedese The Real Estate, film low budget diretto a quattro mani da Måns Månsson e Alex Petersén, e interpretato dalla brillante Léonore Ekstrand (l’attivissima Nojet che solleva pesi in palestra e non disdegna avventure galanti), affiancata sul set da un cast di attori non professionisti, alcuni dei quali con pregresse esperienze lavorative nel settore immobiliare. “Abbiamo pensato a lei fin dal primo momento”, sottolinea Alex Petersén, alla terza collaborazione con l’attrice che rivela: “Non mi sono preparata molto prima di girare, ho chiesto ad Alex e Måns cosa si aspettavano esattamente da me e quali emozioni provava il mio personaggio, e ho messo tutto in scena nel miglior modo possibile. Sono stati entrambi fantastici nel dirigermi”. Quando Nojet eredita l’edificio, ne propone subito la vendita a un agente immobiliare, che mostra inizialmente interesse ma poi fa rapidamente un passo indietro quando scopre che il palazzo non è libero. Cosa le resta da fare, allora, se non ricorrere alla forza e trasformarsi in un’autentica guerriera per la sua causa? “Non ho capito a fondo il mio personaggio che in certi momenti è sopra le righe – ammette Léonore Ekstrand – ma ho compreso la sua delusione, la difficoltà e la disperazione di trovarsi in una situazione che non sa gestire. Così, invece che rivolgersi a un tribunale che può rivelarsi inutilmente costoso e dall’esito incerto, trova la sua personale soluzione”.
Al centro del film c’è il tema del mercato immobiliare in Svezia, che è un autentico problema soprattutto nelle grandi città: “Se vuoi fare un film a Stoccolma è difficile non finire col parlare, in un modo o nell’altro, di casa. È una pressione costante comune a tutti, che abbiamo sentito il bisogno di esplorare da tutti punti di vista, senza darne però alcuna connotazione politica”, ha sottolineato Måns Månsson. “C’è un mondo piccolo e nascosto che eravamo curiosi di esplorare e l’abbiamo fatto insistendo sui primi piani dei protagonisti e sui dettagli interni delle abitazioni, girati in veri appartamenti. The Real Estate è un film sulla casa e, anche se amiamo l’esperienza della visione in sala, crediamo debba poter essere visto da casa, ovunque, magari anche sul proprio telefonino”.
In Panorama saranno presentati Dafne, opera seconda di Federico Bondi e il documentario Selfie di Agostino Ferrente. Il nuovo progetto di Irene Dionisio La voce di Arturo è stato selezionato da Berlinale Talents e da Script Station. In Coproduction Market il nuovo progetto di Thanos Anastopoulos Seconda casa
In anteprima europea nella sezione Panorama Skin di Guy Nattiv, la vera storia di Bryon Widner, fanatico naziskin redento appartenente ad una feroce famiglia di skinheads. Interpretato da Jamie Bell, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival dove ha vinto il Premio Fipresci della Critica
La Retrospettiva della 69ma edizione della Berlinale adotta come tema le donne registe, tra il 1968 e il 1999. “Grazie ad attiviste come Helke Sander, Ula Stöckl e Jutta Brückner – dice il direttore uscente Dieter Kosslick – le registe donne hanno preso confidenza, e noi abbiamo molto a cuore l’uguaglianza di genere nel cinema di oggi”
Il direttore della Berlinale ha ricevuto una medaglia speciale a Telluride, ed è stato definito come “un eroe del cinema che preserva, onora e presenta grandi film”. Precedentemente il riconoscimento era andato a Criterion Collection, HBO, Ted Turner, Stanley Kauffmann, Manny Farber, Pierre Rissient, Leonard Maltin, Serge Bromberg and the UCLA Film & Television Archive