Niente boicottaggio per il film su Nordest e immigrati


VENEZIA. “Diego… Valerio… Valentina…” gridano i giovani fan alla ricerca di un autografo, di una battuta mentre sul red carpet sfilano Abatantuono, Mastandrea e Lodovini, i protagonisti della commedia grottesca Cose dell’altro mondo di Francesco Patierno, molto applaudito a Controcampo italiano. Nessuna traccia invece di quella protesta di alcuni industriali veneti e simpatizzanti leghisti, annunciata oggi da qualche quotidiano, arrabbiati innanzitutto per quel personaggio di Golfetto, impersonato da Diego Abatantuono. Un piccolo industriale ignorantello del laborioso Nordest, facile alle tirate razziste in una tv locale: “Conviviamo con i fondamentalisti islamici, gli zingari, i fancazzisti albanesi. Prendete il cammello e andate a casa”.

Se la prende, per ora, solo ‘Libero’ scrivendo che il film “sarebbe anche divertente, se non fosse infarcito dei peggiori stereotipi e dunque offensivo e abbastanza irritante”, oltre alla colpa di essere il remake del messicano di Un dia sin mexicanos di Sergio Arau (ispirazione citata sul press book) e di essere “foraggiato dal ministero dei Beni culturali”.

 

Eppure l’invito al boicottaggio di “questo film diffamatorio e razzista” era arrivato tempo fa da alcuni veneti via web. Già durante le riprese in Veneto il film aveva avuto problemi: il sindaco leghista di Treviso Gian Paolo Gobbo aveva negato i permessi per girare in città. In soccorso era venuto sindaco di Bassano del Grappa Stefano Cimatti (centrosinistra) che aveva ospitato la troupe nella cittadina veneta.

E il film era stato oggetto anche di un’interrogazione parlamentare da parte del deputato padovano leghista Massimo Bitonci per verificare se la pellicola meritasse il riconoscimento di film di interesse culturale e dunque il sostegno del MiBAC. Interrrgazione sostenuta anche dal presidente della regione Veneto Luca Zaia, autore di una dichiarazione paradossale: “Deve finire l’inondazione di infamie sulla gente del Nord, dipinta come degli zulu” (!!!).

 

Una polemica che il regista non è intenzionato ad alimentare qui al Lido, “anche perché i leghisti non rappresentano il Veneto e comunque il film non è ideologico e pone una riflessione allo spettatore che s’identifica nei personaggi”.

Cose dell’altro mondo, prodotto da Rodeo Drive con Medusa e Sky, da oggi nelle sale, è insieme una commedia di costume e una fiaba che immagina la scomparsa improvvisa di tutti gli immigrati. Spariscono così nel giro di una notte in paese e poi in tutt’Italia gli operai, le badanti, le colf, gli spazzini, i pizzaioli, i muratori e anche i calciatori. Compresa la prostituta africana di cui Golfetto è innamorato. La vita economica della nazione si arresta e anche le relazioni sociali vanno in crisi. E sempre Golfetto si vedrà costretto ad andare in Africa per rintracciare gli extracomunitari di cui non può fare a meno.

“Il film pone una suggestione semplicissima: che rapporto abbiamo con il diverso da noi. Perché si parla innanzitutto di noi – spiega Patierno – La fine del film è una non fine, proprio per stimolare questa suggestione: l’immigrato ci manca solo perché ci serve o ci manca anche emotivamente? Cose dell’altro mondo non lancia slogan politici, ma segue le vicende sentimentali dei tre protagonisti”. E il regista ammette di essersi ispirato fedelmente, per le tirate farneticanti dell’industrialotto Golfetto, ai discorsi, agghiaccianti e ridicoli al tempo stesso, di un assessore nordista visti su You Tube.

“Questa commedia è una favola, quello che si racconta non può succedere e non succederà mai, ed è questo che la rende affascinante. Però – continua Abatantuono – può accadere che ci sia uno come Golfetto, che dice cose vere e non inventate, che lo rendono inquietante. Io ho cercato di umanizzarlo nonostante si mostri privo di sentimenti, perché Patierno ha voluto raccontare i rapporti umani”.

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03 Settembre 2011

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