Nessun italiano in concorso. Pericle il nero per UCR

Nella sezione Un Certain Regard troviamo il film di Stefano Mordini con Riccardo Scamarcio. Séance Spéciale è la coproduzione italo-greca L'ultima spiaggia


Dopo la tripletta dello scorso anno, con tre italiani in concorso – Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e Nanni Moretti – quest’anno l’Italia resta a bocca asciutta nella competizione ufficiale della 69ma edizione del Festival di Cannes (11-22 maggio). Fai bei sogni di Marco Bellocchio non figura infatti nella competizione ufficiale – ma pare che sia stato lo stesso regista a preferire così – dove troviamo, tra gli altri, autori come Pedro Almodovar, i Fratelli Dardenne, Olivier Assayas, Xavier Dolan, Bruno Dumont, Jim Jarmusch, Ken Loach, Brillante Mendoza, Jeff Nichols, Sean Penn, Park Chan Wook, Paul Verhoeven, Cristi Puiu e Cristian Mungiu, Nicolas Winding Refn.
 
Nella sezione Un Certain Regard c’è invece un titolo italiano, Pericle il nero di Stefano Mordini. Il film ha come protagonista Riccardo Scamarcio ed è prodotto, insieme ai fratelli Dardenne, dalla Buena Onda, la casa di produzione di Valeria Golino, Scamarcio e Viola Prestieri. ”Tanta responsabilità certo, ma fossero tutti quelli i carichi. Piuttosto che bello e che privilegio!”, ha commentato a caldo all’Ansa Stefano Mordini che definisce il suo film un “noir esistenziale”. Pericle il nero, sua terza fatica, dopo Provincia meccanica e Acciaio, sarà in sala con Bim Distribuzione. Il romanzo di Giuseppe Ferrandino, da cui il film è tratto, è stato un caso editoriale con Adelphi nel ’98. ”Da quel romanzo – racconta il regista toscano, classe 1968 – tanti hanno provato a fare un film (tra questi Abel Ferrara e Francesco Patierno, ndr) ma senza trovare la strada. La mia si è incrociata con quella di Riccardo Scamarcio che mi ha proposto il progetto. Da lì siamo partiti ed è stato un processo approfondito e lungo costruendo un film giorno dopo giorno soprattutto fuori dal set”. L’opera di Ferrandino, caso editoriale in Francia con Gallimard prima che in Italia con Adelphi, diventa al cinema ”un noir esistenziale e una storia di riscatto”. Rispetto al libro – con quell’incipit fantastico ”Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie … Io mi chiamo Pericle Scalzone … Di mestiere faccio il culo alla gente” – il film sposta geograficamente la storia da Napoli e Pescara a Liegi, nel Belgio diventato il simbolo dell’Europa sotto l’attacco dell’Isis e a Calais dove si ammassano i migranti che tentano di arrivare in Gran Bretagna.”La scelta di trasferire la vicenda è precedente ovviamente agli attentati di Bruxelles. Essere troppo legati all’ambiente e al linguaggio napoletano sarebbe stato non facile da affrontare per Scamarcio così avevamo pensato di spostare la storia fuori dall’Italia e pensando a situazioni migratorie siamo finiti in Vallonia interessando tra l’altro i Dardenne ad entrare nel progetto con la loro Les Films du Fleuve che così ha avuto un coinvolgimento produttivo internazionale molto importante per far partire il progetto in cui c’è anche Rai Cinema. Ma – prosegue Mordini – non ci sono agganci con la realtà, la situazione è sospesa nel tempo in una comunità in cui è ancora molto forte la presenza italiana”. La storia sostanzialmente è rimasta identica: Pericle Scalzone, detto Il Nero, è al servizio di Don Luigi (Gigio Morra), boss camorrista emigrato in Belgio. Durante una spedizione punitiva per conto del boss, Pericle commette un grave errore. Scatta la sua condanna a morte. In una complicata fuga che lo porterà fino in Francia, Pericle incontra Anastasia (Marina Fois), che lo accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza. Ma Pericle non può sfuggire a un passato ingombrante e pieno di interrogativi. ”Pericle – conclude il regista – ha un approccio adolescenziale, irruento, scopre la vera vita, la propria identità e cresce durante la fuga e l’incontro con questa donna diventando rocambolescamente un uomo”.
 
Riguardo all’assenza di un film italiano in concorso, il delegato generale Thierry Frémaux ammette che “dopo le conferme di tre autori italiani consacrati dello scorso anno, quest’anno la presenza è certamente meno forte. E’ andata così, ma l’Italia ci è molto cara e l’affiche del festival lo testimonia, mentre Pericle in nero è testimone del talento della giovane generazione italiana”. Frémaux ha anche annunciato che quest’anno non ci sarà film di chiusura, ma sarà proiettato il film vincitore della Palma d’oro. 

Tra le Séance Spécial figura la coproduzione tra Italia, Grecia e Francia L’ultima spiaggia di Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan, storia di una spiaggia divisa in due. Il film nasce da un anno trascorso in una spiaggia popolare a Trieste, dove un muro di tre metri separa ancora oggi gli uomini dalle donne. Una riflessione sui confini, le identità, le generazioni. Una tragicommedia sulla natura umana.

Nei prossimi giorni saranno annunciate le selezioni delle sezioni indipendenti, la Semaine e la Quinzaine, dove ci si aspetta la presenza di altri titoli italiani. In particolare si parla de I tempi felici verranno presto, opera seconda di Alessandro Comodin alla Semaine e di due titoli per la Quinzaine, La pazza gioia di Paolo Virzì (poi nelle sale dal 17 maggio) e Fiore di Claudio Giovannesi.

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14 Aprile 2016

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