NELLO CORREALE


Il Sud in digitale. Lo mostra Nello Correale in Sotto gli occhi di tutti, film girato, primo in Italia, con una Sony HD 900, la stessa usata dal francese Pitof per Vidocq, feuilleton postmoderno uscito lo scorso anno.
Correale racconta la storia di una famiglia barese in cui la scomparsa del padre scatena reazioni diverse nei 4 figli. Non trovano un loculo per sotterrarlo e così i toni cupi della morte trascolorano in quelli di una commedia dalle sfumature a volte surreali.
Nel cast Paolo Sassanelli, Laura Del Sol, Loredana Cannata, Alfredo Pea, Barbara Cupisti e Regina Bianchi.
Il secondo lungometraggio del regista, napoletano di origini ma nomade per vocazione (non a caso è direttore del festival siciliano Cinema di Frontiera), è prodotto da I.P.E. con il contributo del Dipartimento dello Spettacolo. Uscirà il 9 maggio distribuito dal Gruppo Pasquino.

Perché hai realizzato il tuo film in alta definizione?
E’ stata la Sony a propormelo. Nonostante i luoghi comuni sull’immediatezza del digitale, credo che sia un mezzo antirealista. Con l’alta definizione è come se si guardasse il mondo senza muovere le palpebre, c’è una fissità dello sguardo che toglie l’anima al suo oggetto. Non a caso fino ad ora l’alta defnizione è stata usata soprattutto in film dalla forte componente fantastica come quelli di George Lucas e Pitof. La mia sfida è usarla per raccontare una storia psicologica e di sentimenti.

Quando è arrivata nelle tue mani la Sony era quasi un prototipo…
Sul set abbiamo trovato una macchina dalla potenza straordinaria ma pesante e poco mobile. E’ stato un vero e proprio collaudo che ha richiesto diversi cambiamenti in corso d’opera: dalle ottiche al bilanciamento della camera. Di fronte alle difficoltà e alle incertezze abbiamo sperimentato una sorta di artigianato dell’alta tecnologia. Con il digitale la possibilità di verificare di continuo il girato induce a fare delle scelte altrimenti rimandate al montaggio. E’ stata un’esperienza a tratti dura ma molto formativa.

Al centro del film c’è il rapporto dei personaggi con il Sud.
Soprattutto il loro rapporto con la tradizione, incarnata dal padre, e il tradimento. La morte del genitore è il motore narrativo, la metafora della fine dell’idea che si ha del Sud. Tra i 4 figli Rosa, la maggiore, è quella più legata alla terra d’origine che pure tradisce con piccoli compromessi. Alberto invece ha lasciato alle spalle la tradizione, trasferendosi al Nord. Poi ci sono Tommaso e Patrizia, la più fuori orbita, una free lance che si sposta da Roma a Londra.

Perché hai scelto di girare a Bari?
Amo esplorare le frontiere dove si consumano incontri e conflitti. Bari è la cerniera tra Nord e Sud. E’ densa di differenze, un luogo d’immigrazione e commercio i cui abitanti hanno una forte attitudine al viaggio. Ma la mia Bari non è quella proletaria mostrata da Alessandro Piva ne La Capagira. E’, piuttosto, la città della media borghesia. Tra gli spazi protagonisti c’è anche il cimitero monumentale, una vera e propria città nella città, molto vissuta dai baresi.

Hai fatto un grosso lavoro di postproduzione?
Ho lavorato a lungo, soprattutto sulla composizione pittorica e usato anche effetti di rallenty e accelerazione.

autore
24 Febbraio 2003

Interviste

Ti West
Interviste

Ti West: “in ‘MaXXXine’, gli anni ’80 che nessuno vuole mostrare”

Con MaXXXine, in sala con Lucky Red, Ti West conclude la trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl, confermandosi una delle voci più originali del cinema di genere dell’era Covid e post-Covid

play
Interviste

Trincia: “ognuno di noi ha sentito vicinanza con questo caso”

Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps - La serie ripercorre in 4 episodi una delle più incredibili storie di cronaca italiane: il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e Sky Documentaries.

play
Interviste

Luchetti: “ho voluto raccontare Carla anche come donna politica”

Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa.

Interviste

Marco Valerio Gallo: come ti disegno ‘Freaks Out’

Il disegnatore, illustratore e docente presso la Scuola Romana dei Fumetti ci racconta come ha lavorato sugli storyboard dell'ultimo successo di Gabriele Mainetti


Ultimi aggiornamenti