Nastri doc: il successo di Luce Cinecittà

Luce-Cinecittà condivide il successo ai Nastri del documentario con i registi, gli autori, i tecnici e i produttori di tutti i film selezionati


La passione per il cinema, e quanto questa sia vitalmente intrecciata alle nostre esistenze. Sotto questo segno passa il bel riconoscimento per Luce Cinecittà come produttore e distributore ai Nastri d’argento per il documentario 2022: il più antico premio del cinema italiano, conferito dal Sindacato Giornalisti Cinematografici ai titoli di cinema del reale. Il Nastro per il Miglior docufilm dell’anno va a La macchina delle immagini di Alfredo C., il film di Roland Sejko interamente prodotto e distribuito nelle sale da Luce-Cinecittà, che attraverso il recupero di un’incredibile e sconosciuta storia ambientata sul crinale della Seconda guerra mondiale, regala una riflessione emozionante sulla memoria, il potere delle immagini e la nostra responsabilità come spettatori e cittadini. Un’opera che rende omaggio alla potenza delle immagini dell’Archivio Luce, autentico protagonista del film, insieme al talento dell’attore Pietro De Silva, alla bellezza degli scenari degli interni di Cinecittà e alla magia della pellicola.

Una rivelazione è il Premio Valentina Pedicini – intitolato alla compianta e geniale autrice di cinema della realtà – conferito all’esordiente Flavia Montini e al suo Los Zuluagas, coprodotto e prossimamente distribuito in sala dal Luce, che con uno stile affascinante racconta, attraverso repertori familiari, la vita e i rapporti complicati di un figlio con i genitori, a maggior ragione quando sono combattenti rivoluzionari.

Un’altra storia dove cinema e vita sociale sono legatissime è quella del già annunciato Premio Speciale a L’onda lunga – Storia extra-ordinaria di un’associazione di Francesco Ranieri Martinotti. Il trascinante racconto dei primi giovanissimi 70 anni dell’Anac, l’Associazione degli Autori cinematografici, che non ha accompagnato solo il corso e la crescita clamorosa del nostro cinema, ma quella della società civile.

Vanno segnalati gli altri titoli che Luce Cinecittà portava nelle ‘cinquine’ finaliste di questi Nastri. A cominciare dal ritratto offerto in Marina Cicogna – La vita e tutto il resto di Andrea Bettinetti, sulla prima produttrice italiana a rompere il soffitto di vetro di un mondo prevalentemente maschile; alla cavalcata appassionante di Django & Django di Steve Della Casa e Luca Rea su Sergio Corbucci. E ancora nella sezione docufilm, il ritratto del genio del nostro cinema, Fellini e l’ombra di Catherine McGilvray, sul rapporto del maestro con Jung e l’inconscio; e La scelta di Maria di Francesco Micciché, storia della madre di un uomo divenuto simbolo, il Milite Ignoto, con una grande Sonia Bergamasco, trasmesso con grande successo di critica e di pubblico su Raiuno. Infine Corpo a corpo, diretto da Maria Iovine, che attraverso il racconto dell’atleta Veronica ‘Yoko’ Plebani, mostra una femminilità e un’umanità che non conosce ostacoli.

Il contributo di Luce Cinecittà in una stagione complessa e a volte dura per la diffusione di un prodotto di qualità, ma sovente di più difficile accesso al grande pubblico è quello di lavorare ogni giorno con passione, intuito e spirito di servizio con tutta la filiera creativa e produttiva.

Luce-Cinecittà condivide quindi questo successo con i registi, gli autori, i tecnici e i produttori di tutti i film selezionati, e ringrazia il Sindacato Giornalisti Cinematografici – SNGCI per l’attenzione ai documentari italiani, tra i più belli e liberi della scena internazionale.

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26 Aprile 2022

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