Nasce il FUS della Regione Lazio


Inizia con un importante annuncio del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo la giornata conclusiva, dedicata a Il cinema delle regioni, degli Stati Generali del Cinema.

‘Abbiamo deciso di creare un Fus regionale – annuncia il presidente – La quota minima per 3 anni sarà di 6 milioni l’anno, quindi in tutto 18 milioni di euro. Il contributo massimo sarà di 500mila euro a film. Avremo così la possibilità di contribuire ogni anno almeno a 12 film.”

Marrazzo sottolinea inoltre la rilevanza del cinema e più in generale dell’audiovisivo come strumento di comunicazione a livello politico. “Non ‘di parte’ – specifica – ma tenendo sempre come punto di riferimento il ‘sistema paese’.”

E il presidente mette in luce quanto siano fondamentali gli accordi di cooperazione con gli altri paesi, con particolare riferimento al Golfo e al Marocco, dove si è recato di recente assieme a Luciano Sovena, AD di Cinecittà Luce, proprio con l’obiettivo di stringere nuovi rapporti di collaborazione.

La necessità di cooperare è uno dei temi principali che emergono dal convegno, non solo a livello internazionale, ma anche tra i rappresentanti delle Regioni italiane, nel comune interesse della promozione della cultura sul territorio e della valorizzazione del territorio sotto il segno della cultura, con un modo di produrre cinema “federalista” che affianchi lo Stato senza sostituirsi ad esso.
È giunta l’ora, insomma, che il cinema e l’audiovisivo vengano considerati come una vera e propria industria, che giova al paese e produce ritorno sia in termini di prestigio che in termini economici. In questa prospettiva, si colloca anche l’annuncio dell’apertura di un ufficio della Regione Lazio a Bruxelles.

Al primo panel partecipa anche, con un intervento in video, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, particolarmente agguerrito nel sottolineare “che i soldi investiti nello spettacolo non sono buttati, e che anzi servono a combattere la cultura della crisi che è anche crisi della cultura.”

Bisogna crederci, insomma, come ci ha creduto la Regione Sicilia, oggi rappresentata dall’assessore Giambattista Bufardeci, reduce del successo di Baarìa finanziato con 4 milioni di euro.

Per il secondo panel, dedicato a Tax Credit e Tax Shelter, salgono in cattedra Gianmarco Committeri di Tonucci & Partners e Mario La Torre, docente di economia degli Intermediari Finanziari presso La Sapienza di Roma, che hanno seguito il progetto fin dalle sue prime fasi.

Interrogato sul procedere dell’attività relativa agli incentivi fiscali, La Torre ha risposto: “Va bene e male allo stesso tempo. Bene, perché ormai è una realtà, e le cose stanno andando avanti. Male, perché abbiamo percepito una certa difficoltà da parte degli interessati a rapportarsi alla legge, sia a livello interpretativo che applicativo. Riconosciamo una certa complessità, ma ha a che fare con la struttura intrinseca del nostro ordinamento fiscale.”

Committeri coglie l’occasione per sottolineare la peculiarità, in termini fiscali, del prodotto cinematografico: “Il produttore usa un credito d’imposta per un’opera che non è finita. È naturale che le cose si complichino e che servano particolari garanzie, per cui abbiamo dovuto adattare la legge al prodotto.”

Per questo motivo è stata istituita presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali una “task force” con il compito di analizzare quali sono i punti più difficoltosi delle procedure legali e coadiuvare produttori e distributori nella compilazione delle domande. “In più – sottolinea La Torre -c’è lo sportello ANICA, che non è assolutamente finanziato dal ministero e non è un obbligo per il produttore, ma solo uno strumento aggiuntivo.”

Francesco Gesualdi, segretario generale della Regione Lazio e presidente della Fondazione Rossellini per l’Audiovisivo, che pure offre un servizio di sportello cinema, spiega che il suo è un ruolo diverso: “Noi ci concentriamo sulle produzioni che sono fuori dal cinema. Faremo dei road show per informarle e far capire loro quale sia il valore aggiunto nel partecipare a una produzione cinematografica.”

Luigi Grispello, presidente di AGIS Campania, invita le Regioni a prendersi carico del problema delle sale locali, favorendo investimenti per la tecnologia e il comfort del pubblico.

 

Al terzo panel, dedicato alle Film Commission, ciascuno racconta la propria esperienza – dagli apporti della fiction di successo Elisa di Rivombrosa per il turismo a Torino, alla produzione del kolossal internazionale Inkheart a Savona e Imperia – e i punti salienti sono sintetizzati al termine degli interventi da Andrea Rocco, nel ruolo di presidente del Coordinamento Nazionale Film Commission.

 

In prima istanza, emerge la già sottolineata necessità di uscire dal sistema competitivo. “Le regioni sono un organismo associativo ma al contempo ogni associato è in concorrenza con l’altro.”
Poi, la volontà di istituire delle condizioni per il finanziamento dei progetti che costituiscano effettivamente un ritorno per la regione: “Molti progetto sono ‘aperti’ e le sceneggiature si adattano a seconda di dove arriva il quattrino. E il risultato si vede.”
Infine, i nuovi compiti delle Film Commission, non più semplici agenti che offrono servizi sul territorio e assistenza alle produzioni, ma incaricate ormai di trovare le risorse necessarie alla realizzazione effettiva dei progetti, di provvedere alla formazione, di creare infrastrutture fisiche, i cosiddetti “cineporti” ad esempio, per poter dare alle produzione dei luoghi “chiavi in mano” in cui lavorare.

L’ultimo panel è dedicato ai nuovi Accordi di Programma Quadro (APQ), che lo Stato istituisce con le singole regioni. Un’importante novità illustrata nelle sue sfaccettature da Alberto Versace, Ministero dello Sviluppo Economico -Dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica, Oscar Iarussi, Fondazione Apulia Film Commission, Sergio Gelardi, Cinesicilia Srl, Lorenzo Canova, MSE, e Francesca Medolago Albani, MSE, cui è affidata la chiusura e che sottolinea ancora una volta l’importanza del cinema come industria e come prodotto culturale non fine a sé stesso ma in grado, se adeguatamente valorizzato, di lasciare un segno sostanziale sul territorio.

autore
22 Ottobre 2009

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