Un appello per salvare il documentario in Italia. Lo hanno lanciato i 6 registi del gruppo Nanuk (Paolo Campana, Francesco Cressati, Andrea Segre, Clemente Bicocchi, Federico Bondi e Cosimo Calamini) nell’ambito del Festival dei Popoli di Firenze.
“Il cinema documentario, ovvero il racconto cinematografico che agisce nel confine critico e vivo tra finzione e realtà e che nasce dalle storie dei territori, luoghi e persone in cui si muove e si immerge, in Italia non ha oggi ne’ spazi, ne’ possibilità di diffusione. Le sale cinematografiche, da sempre vincolate alla grande distribuzione che domina il cinema-fiction, non sono raggiungibili dal nostro cinema e la televisione continua a tagliare i co-finanziamenti e gli spazi di messa in onda per una forma di racconto probabilmente scomoda” dicono.
“Vogliamo denunciare questa situazione e chiediamo a chiunque condivida il nostro appello – autori, produttori e distributori – di lavorare per cambiarla” aggiungono.
A sostegno della loro posizione anche l’autorevole voce della regista francese Agnés Varda, al Festival dei Popoli per ricevere il premio alla carriera e presentare la prima mondiale, in contemporanea con Parigi, del suo ultimo documentario Deux Ans Apres: “Il mio documentario precedente, Les Glaneurs et la Glaneuse -ha detto – ha avuto un formidabile successo in tutto il mondo e solo in Italia nessuno l’ha voluto, ne’ il circuito commerciale, ne’ le televisioni. E’ una vergogna che questo genere così importante sia così emarginato”.
Intanto però i 6 giovani filmakers non si perdono d’animo e annunciano il progetto che inaugurerà l’attività di Nanuk, gruppo nato nel corso del seminario “Il Reale in Cantiere” che si è svolto in questi giorni proprio a Firenze: un film colletivo che racconterà 6 storie, ambientate i 6 luoghi diversi dell’Italia, narrate con un linguaggio diverso dai reportage tv o della fiction.
“Vogliamo raccontare i conflitti e le contraddizioni interne alla situazione politica italiana a partire dal concetto di libertà, che ha oggi un ruolo tanto centrale quanto confuso, e il cui significato è ormai inafferrabile” spiega il gruppo.
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