VIDEO: Paolo Virzì |
L’avventura rocambolesca della produzione di My name is Tanino, in sintonia con le peripezie del personaggio del film, è dunque giunta alla sua felice conclusione a Venezia, anche se fuori Concorso. Manca l’uscita in sala, ma Virzì ha avuto assicurazioni da Vittorio Cecchi Gori che il film sarà nel listino di Natale.
“Epico, comico, avventuroso, tragico, onirico e anche un po’ psichedelico” sono gli aggettivi che il regista snocciola per definire la sua creatura. Ma la pellicola, con qualche lungaggine, è soprattutto un fumetto, con alcuni tratti del Moretti degli esordi, a cominciare da quel ridicolo esame universitario di Tanino che tanto ricorda il pressapochismo e lo schematismo dei giovani di sinistra extraparlamentare raccontati in Ecce Bombo e Bianca.
“Il mio film nasce proprio da una serie di disegni mandati via e mail all’amico Francesco Piccolo” spiega Virzì, sulla scia di una trasferta americana. “Andammo negli Usa per una retrospettiva di Paolo – ricorda lo sceneggiatore Francesco Bruni – e fu una permanenza ricca di episodi buffi e insensati. In epoca di globalizzazione ci sentimmo del tutto straniati rispetto a quel mondo”.
Virzì ci offre un ritratto grottesco di mafiosi italoamericani, affettuosi e soffocanti verso il loro conterraneo, in stato di grazia dopo il successo elettorale di Berlusconi. E altrettanto ironico è lo sguardo verso gli americani biondi e benestanti, tra drammi familiari e violenza repressa.
Non c’è polemica verso gli States dove s’agita questo eroe stralunato con i suoi 20 anni, quell’età felice di cui l’autore ha nostalgia, senza cadere nel ‘come eravamo’. “Una stagione di ideali e di poesia quella di Tanino, siciliano di Castelluzzo, che non si sente limitato dal realismo delle cose, e ciondola nella vita con spavalderia – dice il regista – In fondo siamo un po’ Tanini e se non lo siamo più, lo siamo stati”.
Tanino è il 25enne Corrado Fortuna: “Rifarei volentieri un’altra avventura americana, sono anche pronto a pagarla, per il momento conservo un diario e un documentario della mia esperienza d’attore”. Fortuna è giunto al cinema un po’ per caso, grazie al fratello di Virzì, Carlo, autore insieme agli Snaporaz delle musiche . Palermitano, studente di Scienze politiche, animatore di un centro sociale di Firenze, ex cameriere di McDonald, Fortuna, con il suo candore e poesia, è l’ennesima conferma che sempre più gli attori non professionisti si rivelano degli interpreti più che convincenti, si pensi a Stefano Cassetti di Roberto Succo. Non è un caso che Franco Battiato abbia scelto Fortuna come protagonista del suo debutto nella regia, Perduto amor.
Progetti futuri di Virzì? Di una cosa è convinto che il prossimo film lo ambienterà a Roma, dopo aver lasciato i grigi cortili livornesi per il vasto e imprevedibile orizzonte americano. E che Vittorio Cecchi Gori è “un insuperabile personaggio ottocentesco, che avrebbe già ispirato uno scrittore come Balzac. Ha una grande consapevolezza ironica del suo personaggio da fargli dire, ‘Paolo il grande film lo devi fare con me e Valeria’ “.
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