Il futuro della pay-tv italiana Telepiù è ancora incerto dopo che Rupert Murdoch ha chiesto a Vivendi Universal di concederli uno sconto di 20% sulla cifra “pattuita” per una quota di Tele+ pari a 1.5 miliardi di euro. Questa è l’ultima mossa nella estenuante trattativa intrapresa dal magnate australiano per assicurarsi una quota della pay tv: aggiungendola al 50% che già possiede di Stream (la Telecom detiene l’altro 50%), creerebbe un’unica piattaforma digitale a pagamento in Italia. Il rilancio di Murdoch viene dopo la forzata uscita di scena di Jean-Marie Messier, presidente di Vivendi Universal, sfiduciato dal suo consiglio d’amministrazione.
Ieri, l’autorevole quotidiano parigino “Le Monde” ipotizzava che Vivendi avesse cercato di nascondere la gravità delle sue condizioni finanziarie (sarebbe, sempre secondo il quotidiano, sull’orlo della bancarotta). La notizia ha spinto il colosso franco-americano a diramare un comunicato dove negava la gravità della situazione e smentiva di essersi comportato in modo illegale nella dismissione della sua quota azionaria nella BSkyB (di proprietà della News Corporation di Murdoch) per 1.5 miliardi di euro. Sempre secondo il quotidiano, Vivendi avrebbe chiesto alla società di revisione dei conti, Arthur Anderson (già tristemente nota per le vicende Enron e Xerox) di far quadrare il bilancio disastrato. Le azioni di Vivendi Universal sono scese in picchiata, perdendo il 25% del loro valore e assestandosi a quota 17,80 euro prima che la borsa parigina sospendesse le contrattazioni.
Intanto il successore di Messier, Jean-René Fourtou, già capo del colosso farmaceutico Aventis, ha promesso “maggiore trasparenza finaziaria”. Insieme ad una buon uscità record di 18 milioni di euro, Jean-Marie Messier, ha chiesto al Cda una garanzia di immunità contro eventuali azioni legali nei suoi confronti.
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