Valentino Orsini è morto nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 gennaio, a Cerveteri, all’età di 75 anni. Ci lascia così uno tra i protagonisti della tradizione più impegnata del nostro cinema. Nato nel 1926, a Pisa, negli anni ’50, Orsini fu critico cinematografico e scenografo. Poi divenne collaboratore dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, che hanno voluto ricordarlo in special modo per la sua attività di insegnante del Csc: “Molti giovani registi devono la loro crescita professionale proprio a Valentino Orsini”.
La collaborazione con i Taviani, iniziata come animatore di cineclub, proseguì con la realizzazione di un documentario San Miniato: luglio ’44 e, sempre insieme, nel 1962, in un vero e proprio film Un uomo da bruciare, sulla vita del sindacalista siciliano Salvatore Carnevale. Da solo, coniugando impegno sociale ed esigenze spettacolari, Orsini realizza nel 1966 il suo film più celebre: I dannati della terra (1969) ispirato al libro omonimo di Franz Fanon, apologo sugli intellettuali e il Terzo Mondo. Il film è anche il progetto più avanzato di Orsini sul fronte della sperimentazione linguistica, tipica della filmografia degli anni ’60. Da ricordare altre due pellicole di impegno: Corbari (1970), biografia di un capo partigiano interpretato da Giuliano Gemma, e Uomini e no (1980) con Flavio Bucci, tratta dal romanzo omonimo di Elio Vittorini. I funerali si svolgono oggi a Cerveteri.
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Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk