CANNES – Sulle spiagge luminose e sconfinate del nord del Brasile, uomini e donne indossano costumi attillati e a tracolla portano fucili automatici. In questo ambiente è nato e cresciuto Heraldo, il protagonista di Motel Destino, film che segna il ritorno in Concorso al Festival di Cannes per il secondo anno consecutivo di Karim Aïnouz. Dopo la prima esperienza in lingua inglese con Firebrand, il regista brasiliano decide di raccontare il luogo in cui è cresciuto, la regione di Ceará, in cui ambienta un thriller noir a sfondo erotico dai colori saturi e brillanti.
Heraldo (Iago Xavier) è un giovane orfano che, insieme al fratello maggiore, è al soldo di un’associazione criminale locale. Il suo sogno è quello di andare all’estero per lavorare come meccanico, ma proprio il giorno prima del suo ultimo lavoro criminale, commette un errore fatale che cambierà per sempre la sua vita. Di colpo si trova ricercato da coloro che prima erano i suoi alleati e trova rifugio nell’ultimo luogo in cui era stato: il Motel Destino, albergo ad ore pensato per discrete e fugaci avventure sessuali. Assunto come tuttofare, si troverà invischiato nelle dinamiche tossiche dei due coniugi proprietari, la gentile e solare Dayana (Nataly Rocha) e il carismatico ma violento Elias (Fábio Assunção). Quando inizierà una passionale relazione sessuale con Dayana, la minaccia per Heraldo raddoppierà: oltre a quella fuori dalle mura del Motel si aggiungerà quella incarnata dallo stesso Elias.
Motel Destino è un thriller atipico, in cui la violenza non viene mai mostrata, ma in cui l’erotismo è spesso esplicito. In una vita destinata al dolore, per Heraldo il sesso è la causa di e la soluzione a ogni male. “Il sesso è una delle cose più belle che esistano, voglio mostrare questa parte della vita. Il sesso è un modo per emanciparsi e per trovare se stessi, ma anche un modo per raccontare un tema importante, come quello della violenza domestica: ogni 6 ore in Brasile una donna viene uccisa. – afferma Aïnouz – Una delle più grandi ispirazioni è Blood Simple, il primo film dei fratelli Coen. Motel Destino prosegue nella tradizione tracciata da questo film”.
Ambientazione preponderante del film è l’eponimo Motel. Un luogo in cui si gioca con le luci esattamente come fa il cineasta, grazie ai colori accesi e fosforescenti che illuminano le varie stanze. C’è poi l’aspetto sonoro, con i continui gemiti dei clienti che accompagnano quasi tutte le scene del film. Le urla di piacere invadono i corridoi e, ricordando quelle dei dannati danteschi, ci lasciano l’inquietante sensazione che possano trasformarsi presto in urla di dolore e di paura. “Penso che il Brasile sia un luogo trasversale e Ceará ne è una rappresentazione. Volevo girare nel luogo in cui sono cresciuto, con i suoi colori e la luce. Sono contento di essere stato in grado di fare un film in Brasile, è bello tornare a casa. – dichiara il regista – Il Motel è un tipo di struttura nata negli USA per seguire l’industria dell’automobile. Sono i luoghi in cui ti fermi per passare la notte quando sei ‘on the road’. Dopo la rivoluzione, sono arrivati anche in Brasile: sono luoghi di fuga per la classe media. Le strade sono il luogo della guerra, i motel sono come un vulcano, in cui puoi avere tutto quello che vuoi, in cui tutto ciò che è proibito può accadere. In un certo senso è la metafora del Paese”.
Motel Destino è un film in cui contiamo più animali selvaggi che vestiti e in cui si può percepire in maniera tangibile il sudore e la polvere che ricoprono i corpi di tutti i personaggi. Uomini e donne per cui la pulsione sessuale diventa l’unica ragione per vivere una vita senza prospettive. In una nazione appena uscita da una guerra civile, Karim Aïnouz individua nell’edonismo una finestra aperta verso l’amore, da cui – in assenza di condizionatori – almeno entra un’aria salubre e rinfrescante.
Il regista brasiliano torna a girare nel suo paese e presenta a Cannes 77 la storia di un triangolo amoroso ambientata in un Motel
Il film è spirato da uno dei fatti di cronaca francese più importanti degli ultimi anni
Il film è stato pensato come un tenero romanzo iniziatico per lo spettatore. Un'esperienza sensoriale, collettiva e unica
Il film indiano All We Imagine as Light, vincitore del Gran Prix a Cannes 2024, fa parte del lungo elenco dei TFL FILM