VENEZIA – Torna nella sua città, di cui ha regalato ai cinema mondiale un’immagine immortale, insieme al racconto di Thomas Mann, Morte a Venezia, il capolavoro di Luchino Visconti, grazie al restauro promosso dalla Cineteca di Bologna e Istituto Luce-Cinecittà, in collaborazione con Warner Bros. e The Criterion Collection. E torna nella Laguna, domani, venerdì 7 settembre, alle ore 14.30 in Sala Giardino, proprio nell’anno che ha visto le celebrazioni della Mostra del Cinema con la speciale riapertura – dopo stagioni di battenti chiusi – di un’ala del mitico Des Bains, l’hotel che nella memoria dei festivalieri e di tanti spettatori è la cornice del rapporto di attrazione e fatale sfioramento del professor Aschenbach – per sempre vestito e incarnato da Dirk Bogarde – con l’inafferrabile Tadzio.
Secondo capitolo della Trilogia tedesca, di cui fanno parte La caduta degli dei e Ludwig, Morte a Venezia viene realizzato da Luchino Visconti nel 1971, e resta forse la sua più perfetta autobiografia traslata: sulle note di Gustav Mahler, si svolge “la storia introversa fino al mutismo – scriveva il poeta Giovanni Raboni – della crisi di un intellettuale di mezza età, che a contatto con l’ambigua e inquietante verità della bellezza giovanile e dell’erotismo, impersonate da un adolescente incontrato per caso in un grande albergo, vede sgretolarsi fino alla morte fisica l’impalcatura delle proprie concezioni estetiche e morali. Sullo sfondo, una Venezia oppressa dallo scirocco e minacciata dalla pestilenza”.
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