Interrotte temporaneamente le riprese di N., il nuovo film di Paolo Virzì dedicato a Napoleone in esilio sull’isola d’Elba che sta girando con Daniel Auteuil ed Elio Germano tra la costa toscana e Porto Ferraio, Monica Bellucci sbarca al Lido per presentare in concorso I fratelli Grimm, il kolossal da 80 milioni di dollari diretto a Praga e dintorni da Terry Gilliam di cui è una degli interpreti accanto a Matt Damon e Heath Ledger. Il film raccontata la storia dei celebri scrittori di fiabe Jacob e Wilhelm Grimm (Matt Damon e Heath Ledger), descritti come due scaltri truffatori impegnati in falsi esorcismi fino a quando non dovranno fronteggiare una terribile maledizione incontrando una vera strega. “E’ il mio personaggio, la malvagia e secolare Regina dello Specchio, una specie di Grimilde che, dopo aver chiesto di restare in vita per l’eternità con una pozione, ha dimenticando di aggiungere di voler restare giovane e bella. L’antico splendore della terribile fattucchiera è conservato soltanto nella sua immagine specchiata e può tornare grazie a una pozione da elaborare con il sangue di giovani vergini che lei cerca vagando per i boschi, spiega la popolare attrice e top model.
Che rapporto si è instaurato con l’americano ex Monty Python?
Terry Gilliam è completamente pazzo, ma in senso buono: recitare per lui è un’esperienza fantastica, ma sul set non puoi seguire lo script, ogni mattina può cambiare tutto e devi essere sempre pronto per improvvisare. È un genio dotato di un talento visionario sopra le righe e anche con questo film riesce ad attraversare vari generi incutendo paura grazie agli spettacolari effetti speciali, ma sfoggiando anche una costante ironia sull’ossessione del concetto di bellezza.
Paolo Virzì ha dichiarato di voler dar vita a un ritratto irriverente di un Napoleone fanfarone e vanesio contrapposto a un ragazzino idealista e si è detto anche colpito dalla divertita autoironia con cui lei ha affrontato il suo personaggio fin dalle prove. Che cosa l’ha convinta ad accettare questo film?
Innanzitutto mi è piaciuta la sceneggiatura che un maestro della commedia come Furio Scarpelli ha tratto dal libro omonimo di Ernesto Ferrero. Oggi in Italia è raro realizzare un film in costume di così ampio respiro. Mi è piaciuto subito Virzì, un regista di grande talento che fa dei bei film ma potrebbe fare anche l’attore perché è un maestro di recitazione, ha il senso della commedia ed è sensibile e delicato nell’usare l’ironia.
E il suo personaggio?
Mi piace tanto anche la baronessa Emilia Spazzani Torralta che interpreto, una quarantenne d’origine popolare e un po’ “burina”, nobilitata dalle nozze con un anziano aristocratico borbonico proprietario di ville e poderi, la quale si sente già avviata verso il declino, intuisce che la sua storia d’amore con Martino, il giacobino isolano poco più che ventenne di cui è follemente invaghita, potrebbe finire da un momento all’altro e vive con lui un rapporto tormentato reso ridicolo dalla differenza d’età e dal fatto che il ragazzo non veda l’ora di liberarsene. È una donna viziata che si annoia e che gioca un po’ con gli uomini: non sai mai se è vera o finta, non si capisce mai se stia soffrendo o giocando, sembra quasi che abbia bisogno della sofferenza per divertirsi e che le servano passioni forti per sentirsi in vita.
Le piace cambiare continuamente pelle?
Per me è molto gratificante passare dalla Maddalena di La passione di Cristo alla strega diabolica, dalla prostituta che trova il vero amore nell’imminente Comme tu gagne? di Bertrand Blier (con Gérard Depardieu e Bernard Campan), alla donna che deve salvare suo figlio nell’esoterico Le Concile de Pierre di Guillaume Nicloux che girerò a fine anno in Mongolia con Catherine Deneuve o alla donna che nel bel mezzo di una sparatoria partorisce e affida il figlio ad un certo Mr. Smith interpretato da Clive Owen, col duro compito di difenderlo da un gangster (Paul Giamatti) in Shoot Them Up, un nuovo film d’azione di Michael Davis che girerò all’inizio del 2006 negli Stati Uniti.
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