Mistinguett, non solo gambe

La 38a edizione delle Giornate del Cinema Muto riscopre le doti di attrice di Mistinguett, per lungo tempo tra le protagoniste della vita notturna di Parigi


PORDENONE – La 38a edizione delle Giornate del Cinema Muto, diretta da Jay Weissberg, in corso al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone fino al 12 ottobre, riscopre le doti di attrice di Mistinguett, per lungo tempo tra le protagoniste della vita notturna di Parigi, la vedette assoluta del music-hall già dalla fine dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento. La grande ballerina che faceva impazzire il pubblico (anche per la bellezza delle sue gambe, assicurate all’epoca con cifre record), è stata una professionista esemplare, energica e ambiziosa, che affermava con fierezza la sua libertà e indipendenza, dicendo di aver sempre fatto di testa propria e di non avere mai avuto bisogno di nessun aiuto per il suo successo.

Nata nel 1873 (ma la data non è certa), divenne ben presto una star del palcoscenico dove spesso si esibiva in coppia con Maurice Chevalier. A lanciarla nel cinema fu André Hugon, giornalista, sceneggiatore e regista, che convinse anche altre grandi protagoniste del teatro dell’epoca, come Musidora e Josephine Baker, alla prova dello schermo. Di Mistinguett, domenica 6 ottobre si vedrà, alle 15.30, L’Epouvante del 1911, con la regia di Albert Capellani, definito dalla stampa uno “sconvolgente dramma cinematografico”. Se indubbiamente questa è oggi un’affermazione da ridimensionare, bisogna riconoscere che la suspence regge ancora e soprattutto che il film ha notevoli spunti di interesse, a partire dalla rapidità del montaggio, che rende avvincente lo svolgersi dell’azione.

L’altro film di Mistinguett, a seguire, è La Glu, del 1913, tratto da un romanzo d’appendice di fine Ottocento di grande successo popolare. Il titolo del film è un termine argot che designa la mangiatrice di uomini, la volubile seduttrice collezionista di amanti. Qui Mistinguett ha molte occasioni per esibire le sue doti di ballerina (e le sue gambe) ma anche il carisma del suo sguardo che accende lo schermo. Notevoli le riprese degli esterni in Normandia, con una profondità di campo non comune nei film coevi.

William S. Hart è stato il primo grande personaggio del genere western. Arrivò al cinema tardi, dopo un’intensa attività teatrale, che fu fondamentale per la costruzione del suo personaggio cinematografico basata sull’analisi più che sul lato puramente avventuroso. Alla carriera di attore Hart affianca quella di regista, firmando nell’arco di pochi anni, tra il 1914 e il 1920, una sessantina di film. L’importanza del suo contributo all’industria cinematografica gli valse una stella sulla Hollywood Walk of Fame e il suo ranch, costruito tra il 1924 e il 1928 in stile coloniale spagnolo, è ora un museo a lui dedicato, parte del Natural History Museum of Los Angeles County.

Nei suoi film, Hart dimostra una sensibilità insolita verso i nativi americani che non vengono mai identificati con i cattivi. I personaggi negativi sono spesso furfanti provenienti dall’Est e se proprio devono essere caratterizzati dal punto di vista razziale, allora sono messicani, visto il conflitto che c’era tra i due Paesi. La fama di Hart, la sua immagine di pistolero, icona universale del western, lo rese popolarissimo anche in Francia, dove uno dei critici più autorevoli dell’epoca, Louis Delluc, non esitò a paragonare i film di Hart alle tragedie greche. Nel programma di oggi, alle 20.30, c’è The Narrow Trail, del 1917, uno dei maggiori successi di Hart, preceduto dall’introduzione che lo stesso Hart fece nel 1939 per la riedizione di uno dei suoi western meno fortunati, Tumbleweeds, del 1925, dopo il quale si ritirò dal cinema. Distribuito male e praticamente scomparso dopo l’avvento del sonoro e il declino delle fortune del genere, Hart volle approfittare del rinascente interesse per il western (era tra l’altro l’anno di Ombre rosse) per rilanciare Tumbleweeds con una perorazione filmata molto commovente.

 

05 Ottobre 2019

Giornate del muto 2019

Giornate del muto 2019

Le Giornate volano a Parigi e Bloomington

Bilancio positivo per la 38ma edizione delle Giornate del Cinema muto, ora in trasferta con alcuni film della selezione in Francia e Stati Uniti. La prossima edizione si svolgerà dal 3 al 10 ottobre 2020

Giornate del muto 2019

Premio Jean Mitry a Donald Crafton e Margaret Parsons

Nell'ambito delle Giornate del Cinema Muto viene assegnato a personalità e istituzioni che si sono distinte nell’opera di recupero e valorizzazione del patrimonio cinematografico muto il Premio internazionale Jean Mitry, che va quest'anno a due studiosi americani

Giornate del muto 2019

I primi passi di Joan Crawford, a tempo di charleston

Alle Giornate del Cinema Muto arriva Sally, Irene and Mary (Le Tre Grazie, 1925), restaurato dal George Eastman Museum di Rochester e accompagnato al pianoforte da Donald Sosin. Il regista Edmund Goulding fu il primo il primo a puntare sulla pressoché sconosciuta Lucille Le Sueur – questo il vero nome di Joan Crawford – e a predirle un grande futuro

Giornate del muto 2019

Reginald Denny, principe dei droni

Alle Giornate del Cinema Muto è il momento di Reginald Denny. La nipote Kimberly Pucci presenta il libro Prince of Drones (Principe dei droni) e la sera viene proiettata in sala una delle sue commedie più divertenti, What happened to Jones


Ultimi aggiornamenti