Mistero De Niro: l’organizzazione scivola su ‘Hand of Stone’

gi proiezione stampa in sala Bazin – una delle più piccole – annullata all’ultimo minuto e senza preavviso. Esclusi automaticamente periodici e stampa online


CANNES – Grande scivolone dell’organizzazione del Festival su Hand of Stone, il film di boxe in cui Robert De Niro interpreta Ray Arcel, allenatore del pugile panamense Roberto Durán (Édgar Ramírez). Il film, diretto da Jonathan Jakubowicz, era comprensibilmente molto atteso e tutti sapevano che vederlo non sarebbe stato facile, trattandosi di proiezione unica fuori concorso in una delle sale più piccole del Palais, la Bazin. Dietro c’è sicuramente la volontà di creare un ‘caso’: il film è stato proiettato ieri al Marché in via quasi del tutto privata, e già nelle prime ore del pomeriggio circolavano notizie circa la presenza di De Niro sulla Croisette (senza però nessuna conferenza stampa ufficiale). A quanto pare, non sono state rilasciate nemmeno interviste – e, se ci sono state, sono state  super-riservate – ma soltanto un photocall con il divo. La proiezione era prevista per oggi, ore 16.00.

Quando però arriviamo sul posto i ragazzi che gestiscono gli ingressi alla sala cadono dalle nuvole. Non gli risulta nulla. Eppure sul programma c’è scritto chiaro come il sole, e la fila comincia già a ingrossarsi da un’ora buona prima dell’inizio ufficiale, soprattutto quella degli accreditati che hanno il tesserino di colore ‘blu’ o ‘giallo’, che sta per stampa online o periodici (ricordiamo che gli accessi prioritari sono contrassegnati invece dal colore rosa). Fanno una telefonata, ci fanno cambiare di posto, tornano avanti, indietro. Sono imbarazzati loro stessi. Alla fine sputano il rospo: ‘la proiezione è annullata, ci dispiace’. Non sono però in grado di spiegarci il motivo, né se l’annullamento sia relativo solo agli accessi della nostra fila o valga per tutti. Ci dicono che ci sarà una proiezione su inviti, questa sera (la vera e propria anteprima) dove eventualmente ‘tentare la fortuna’. Insomma, una bella gaffe, soprattutto considerando che in parallelo avveniva una replica di The Nice Guys, alla sala del 60mo, un’altra pellicola di punta di questo Festival che molti avrebbero avuto la necessità di recuperare. La fila cannense però non perdona, e se buchi qualcosa, difficilmente puoi virare su altro. Del film possiamo dunque dire solo quello che ha dichiarato lo stesso DeNiro, e che ci arriva tramite un lancio dell’agensia ANSA: “Jakubowicz è un bravo regista. Ho letto la sceneggiatura e ho lavorato molto duramente. Poi che dire, a braccia aperte ho accettato di fare un film per quello che è un eroe di Panama. C’è molto materiale su Ray Arcel. Ho trovato su di lui vecchie interviste a magazine e tv e ho poi parlato con la moglie Stefanie. Ne è uscito fuori un personaggio pieno di dignità e molto rispettato nel mondo della boxe”.

L’uscita è fissata nelle sale cinematografiche statunitensi dal 26 agosto, racconta la straordinaria vita di Durán che arrivò alla grande boxe come pugile professionista nel 1968, a soli 16 anni. Soprannominato “Manos de Piedra” per la durezza dei suoi pugni, ebbe come temibile avversario il pugile di colore Sugar Ray Leonard che sconfisse nel 1980, conquistando il titolo di campione dei pesi welter. Solo nel novembre dello stesso anno arrivò la rivincita e nel segno di un incontro che passò alla storia come No Más Fight. Allora fu il campione panamense a ritirarsi, capendo che Leonard stava dominando l’incontro. Per De Niro c’è in vista un altro grande film: The Irishman di Martin Scorsese che riunirà lui, Joe Pesci e Al Pacino per una storia di gangster. Budget di 100 milioni di dollari, De Niro sarà Frank Sheeran, il criminale irlandese che confessò di aver ucciso il leader sindacale Jimmy Hoffa, fondatore e leader della International Brotherhood of Teamsters, il cui corpo non fu mai trovato. Non c’è ancora una data di riprese, se ne parla da anni, ma – secondo The Hollywood Reporter – dovrebbero cominciare a gennaio, dopo l’uscita del nuovo film di Scorsese, Silence.  

17 Maggio 2016

Cannes 2016

Cannes 2016

Da Cannes due documentari e tre film di finzione per I Wonder Pictures

Tra le acquisizioni I Wonder Pictures al Marchè du Film, The Student (Un Certain Regard), All these Sleepless Nights, le folli notti insonni dei giovani di Varsavia, e il nuovo cyber doc del premio Oscar Alex Gibney, Zero Days

Cannes 2016

Michel Hazanavicius gira ‘Redoutable’

Il regista racconterà la storia d'amore tra l'attrice Anne Wiazemsky e Jean Luc Godard da lei conosciuto sul set de La cinese per poi diventare moglie e interprete dei suoi film

Cannes 2016

Golino: “Unanimità? Quasi, ma è stato faticoso”

Alla fine Valeria Golino lo dice chiaramente. "C'è stata unanimità? Quasi". E aggiunge: "Ci sono state lunghe discussioni, ma nessuna decisione è stata presa coi musi", e definisce l'esperienza appena conclusa "faticosa e memorabile". A caldo è abbastanza evidente che la giuria di George Miller ha dovuto fare un bel po' di compromessi. Due particolari rivelatori. Il doppio premio a The Salesman, il bel film di Asghar Farhadi che forse avrebbe meritato la Palma d'oro, e il premio per la regia ex aequo. I premi

Cannes 2016

Ken Loach: un altro mondo è possibile

E’ Ken Loach con I, Daniel Blake il re del palmarès di Cannes 2016. Seconda Palma a dieci anni di distanza per il regista britannico, che aveva già conquistato il premio con Il vento che accarezza l'erba. “Cercate di restare forti, per favore. Ci sono persone che faticano a trovare il cibo nel quinto paese più ricco del mondo – ha detto il regista alla premiazione – il cinema serva anche a dare speranza. Un altro mondo è possibile e necessario”. Fanno colore le copiose lacrime di Xavier Dolan e l'esuberanza di Houda Benyamina, vincitrice della Camera d'or. I premi


Ultimi aggiornamenti