Minimum Fax, da casa editrice a media house. Salvatore Pecoraro: “al centro restano gli autori”

Minimum Fax Media è alla Mostra del Cinema con Invelle, film d'animazione diretto da Simone Massi


VENEZIA – Minimum Fax Media è alla Mostra del Cinema di Venezia con Invelle, film d’animazione diretto da Simone Massi e in competizione nella sezione Orizzonti. Il gruppo, nato dalla storica casa editrice, è da pochi anni nel settore, ma con l’opera dell’autore marchigiano mette già in atto una visione produttiva che si muove su più fronti dell’audiovisivo. Concentrandosi sulle proprietà intellettuali interne, Minimum Fax Media ha iniziato a lavorare a libri i cui adattamenti in altri formati – dalle serie ai podcast – vengono sviluppati parallelamente, grazie a writer room stratificate. Un’idea che si inserisce in un mercato che lavora sempre più su diversi livelli di espressione a partire da materiale comune, riadattato per diversi media e pubblici. L’idea di proprietà intellettuale si libera così dalla libera associazione dei grandi franchise e approda alla possibilità che anche gli autori più sperimentali possano accedere a un ampio ventaglio espressivo che passa per libri, cinema, tv, fumetto. Alla Mostra del Cinema abbiamo incontrato Salvatore Pecoraro, produttore di Invelle unitosi a Minimum Fax Media nel 2020. Ecco cosa ci ha raccontato sul futuro del gruppo e sul ruolo del film d’animazione in questo percorso 

Minimum Fax nasce come casa editrice e da pochi anni si è mossa verso l’audiovisivo: raccontaci la natura di questa evoluzione e il ruolo che ha svolto al suo interno il film di Simone Massi

 Invelle si inserisce in un percorso che era già tracciato, ma che aveva la necessità di essere rafforzato. Io sono arrivato a Minimum Fax Media nel 2020, nel periodo pandemia. Minimum Fax, che possiamo definire come gruppo editoriale che declina poi i contenuti su più media, avendo da una parte la casa editrice e dall’altra proprietà intellettuali di autori come Simone, segue anche per la parte relativa al cinema una visione legata allo sperimentalismo e all’autore. Il progetto di Simone era rimasto bloccato per vari motivi, ma è subito sembrato emblema di questa idea. Replicare al cinema quanto fatto come casa editrice, mettendo al centro un alto profilo di autorialità. Anche tre lungometraggi precedenti a Invelle sono su quella strada lì”.

Quindi sei arrivato durante la pandemia e in Invelle hai trovato la chiave per perseguire una specifica idea produttiva

“In quella situazione ci è sembrato utile avere una produzione che non implicasse il set, poi c’è stato anche in quello, ma si trattava di andare in un paesino sperduto nelle marche. Il progetto era in fase di sviluppo avanzato, abbiamo rimesso mano alla scrittura, ma il lavoro di Simone sta a cuore a questa casa editrice da lungo tempo. Nel 2014 era stato pubblicato un cofanetto con tutti i suoi lavori. Già all’epoca Daniele Di Gennaro, fondatore di Minimum Fax, aveva quest’idea, poi dal pensarlo al realizzarlo non è semplice perché non ci sono altri progetti in Italia che abbiano questo tipo di impostazione. Dal lato produttivo è stato uno sforzo enorme, perché abbiamo dovuto imparare la tecnica che Simone adottava e come fare a tenere unito un gruppo di lavoro che consentisse in un tempo ragionevole di portare a casa il risultato. Il lavoro di Simone normalmente è fatto in solitaria, ma si tratta di corti di cinque o sei minuti al massimo. Fare un cortometraggio di cinque o sei minuti ci vogliono cinque o sei mesi per lui. Per farne ottanta non poteva stare da solo. È stato necessario allargare il gruppo e lavorare insieme”.

Prima hai parlato di proprietà intellettuali. Oggi il cinema è alla disperata ricerca di IP (Intellectual Properties) forti con cui sviluppare ampi media franchise, come oggi accade con il fumetto americano o con i manga giapponesi. Qui invece si parla di lavori d’autore, addirittura sperimentali. Raccontami di più

“Sì, è proprio così, qui è la parte interessante per noi. Normalmente anche quando hai la proprietà intellettuale e i diritti su un libro sconti un tempo, che è quello della pubblicazione e dell’adattamento. Per darti l’idea di quanto si stia ragionando in termini quasi di contemporaneità, stiamo facendo partire writing room dove si inizia dall’idea del romanzo e si sviluppa insieme la sceneggiatura. Affiancare alla fase della scrittura dell’autore un gruppo che, in una reciproca spinta alla creazione, lavora all’adattamento su altri media. Un esperimento che stiamo attuando in questo momento. Il patrimonio di Minimum Fax sono le idee e alcune idee possono essere fin da subito declinata in più canali, penso ad esempio a libri che possono diventare splendidi podcast, ma anche alla serialità. Strategicamente, da una sola idea si può arrivare a più progetti: è una cosa che stiamo sistematicamente studiando”.

Torniamo a Invelle: dal punto di vista produttivo l’animazione, in Italia, è sempre una scommessa. Esiste un profondo pregiudizio del pubblico nei confronti di questa forma espressiva. Il cinema di Massi però risponde chiaramente a questi pregiudizi e mostra le infinite possibilità narrative dell’animazione. A quale pubblico pensate?

“Il cinema di Simone mi piace perché è difficile e riduttivo riportarlo solo all’animazione. Posto che l’animazione sta portando dei risultati fino a tempo fa impensabili, però ci abbiamo ragionato e un po’ c’era la paura del pubblico. Pensando proprio al pubblico, la considerazione alla base era che il seguito che Simone ha conquistato in trent’anni di lavoro è tipicamente legato all’animazione arthouse, una piccola nicchia distribuita a livello internazionale. Simone ha vinto premi in tutto il mondo. Quello già c’era. Essendo il suo un modo di raccontare che ha in sé altre arti, come l’incisione, c’è la possibilità che un pubblico più ampio, con interessi per altre arti, possa avvicinarsi. Manca la conoscenza del suo lavoro e stiamo lavorando in questo senso qui, tentare di allargare la platea portando questo pubblico potenziale. Questa è una sfida, ovviamente, ma possiamo dire ora che il primo successo è averlo qui a Venezia. Un grandissimo successo per noi. Secondo me c’è un pubblico interessato e lo dimostrano tanto le performance che stanno avendo alcune animazioni, più che in passato. Immagina cosa vuol dire oggi fare a mano quarantamila disegni: produttivamente può sembrare antieconomico, un processo ignoto e lungo, senza punti di riferimento, ma crediamo che nonostante la difficoltà sia un contenuto importante. Alla base c’è un cinema che si fa sempre di meno, che guarda ovviamente agli equilibri economici, ma che mette al centro il contenuto e il suo autore. Questo film per me era importante farlo. Come Minimum Fax abbiamo riaperto una collana di Graphic Novel per lavorare anche su quel fronte. Con questa lavorazione abbiamo acquisito un patrimonio di conoscenze che ci spinge a lavorare in prospettiva. Dopo questa lunga fase di lavorazione, ora che abbiamo capito come funziona, mi viene più voglia di fare il secondo film di Simone”.

09 Settembre 2023

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