A cento anni da una delle più grandi tragedie della storia del Mediterraneo, un film ricorda l’incendio e le battaglie che devastarono la città di Smirne in quella che è la produzione cinematografica più costosa di sempre in Grecia. Smyrna non è ancora uscito in Italia, ma la sceneggiatrice e protagonista del film Mimi Denissi, uno dei volti più riconoscibili per il pubblico greco, ha rilasciato un’intervista ad ANSAmed.
“Sono un’attrice ed un’autrice teatrale che ha studiato molto la storia – dichiara Denissi – E dieci anni prima avevo scritto due piece teatrali dedicate a Smirne. Volevo farne un film, ma il tema è da sempre una patata bollente. Quando poi c’è stata la possibilità di farlo, con la produzione di Tanweer, ho cercato di essere oggettiva, raccontando che anche la Grecia ebbe le sue colpe, così come l’Europa, che puntò sull’ingenuità del governo greco e poi mostrò indifferenza. Ecco perché non ho compreso la reazione della Turchia quando è uscito il film in Grecia nel 2021. ‘Il Guardian’, all’epoca, un osservatore esterno, scriveva le stesse cose che ho messo nel film. È una vicenda dalle molte facce“.
Ciò che colpisce del film è il forte realismo che caratterizza tutta la produzione: “Attori britannici fanno i britannici, attori greci interpretano i greci, turchi interpretano i turchi – spiega Denissi – E le scene dell’incendio e delle battaglie dovevano essere forti, per questo abbiamo impiegato mille comparse“.
Secondo l’autrice, dalla vicenda ormai perlopiù dimenticata di Smirne bisogna trarre degli insegnamenti sul presente: “Non dobbiamo dimenticare il passato. Può succedere a tutti, in qualsiasi momento, di diventare profughi. Con il film si è tornato a parlare di Smirne, di quel che accadde all’epoca, e questo era uno dei risultati a cui aspiravo, aprire un dibattito. E dal punto di vista cinematografico, il messaggio dev’essere che bisogna tornare a cooperare a livello internazionale. Oggi si fanno solo film nazionali, ed è un errore, un tempo noi europei facevamo grandi film insieme. L’Europa, che ha tanto da offrire con storia e cultura, deve cooperare con gli Usa. Una via da seguire nel cinema e non solo”.
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