Meryl e Alba: Berlino al femminile

Meryl Streep, piena di verve, conduce con brio la conferenza stampa di apertura della 66ma Berlinale: “cultura, parità e inclusività – dice – anche se, a pensarci, in questa giuria sono le donne a dom


BERLINO – “La cosa peggiore che mi possa capitare? Un giurato che mostra apertamente di essere annoiato. La noia ce l’hanno solo i noiosi e io la trovo insopportabile”. Così Meryl Streep, piena di verve, aveva commentato ieri sulle pagine di ‘Zeit’ la sua partecipazione come Presidente di giuria a Berlino 66.

Oggi, alla conferenza di apertura, la troviamo abbastanza spumeggiante, accanto ai suoi compagni d’avventura tra cui ci sono anche l’italiana Alba Rohrwacher (come sempre piuttosto timida e avara di commenti), la star hollywoodiana Clive Owen  e Lars Eidinger, che abbiamo conosciuto per il suo ruolo in Vergine Giurata di Laura Bispuri (a fianco proprio di Rohrwacher).  

“Non ho idea di come si guidi una giuria – dice scherzosamente – ma imparo in fretta e poi sono il boss di un’altra grande impresa, la mia famiglia. Sono naturalmente orgogliosa di essere qui in mezzo a tanta gente intelligente che ama i film e pensa che l’industria cinematografica sia importante. Tutti i miei giurati sono liberi, l’unica piccola differenza è che io ho due voti e loro uno solo”. Brillantemente supera anche una domanda insidiosa sull’Africa e il Medio Oriente: “Non ne so molto, mi dispiace. Ma vede, è come nel cinema: ci sono attori, direttori della fotografia, produttori. Anche questa giuria è assai variegata. Siamo tutti africani, tutti berlinesi, tutti esseri umani. Nel cuore di ogni uomo alberga l’umanità. E’ bello trovare il tempo per sedersi e parlare di cinema. La Berlinale è una grandissima occasione per vedere film che non arrivano mai negli Stati Uniti, e poi per potermene vantare con quelli che conosco. Ha una selezione molto varia e per me è anche un modo di confrontarmi con lingue  e culture che mi sono pressoché sconosciute. E’ come arrivare qui totalmente vergini, come una tabula rasa, e riscoprire la freschezza del cinema. E’ bello pensare all’inclusione, tante culture, tanti modi di vedere, uomini e donne alla pari. Anzi, ora che ci penso, sono le donne a dominare, anche qui in giuria”.

“Meryl Streep ci ha chiesto di arrivare alle proiezioni stampa senza sapere troppo di ciò che andremo a vedere – ha detto poi Rohrwacher in separata sede all’ANSA –  e questo per arrivare freschi e liberi al giudizio. Ho partecipato molte volte a questo Festival e ci sono un po’ abituata. L’anno scorso ero proprio con il film di Laura Bispuri, e sono stata anche qui anni fa come shooting star. Come lavoreremo? Non si può dire quello che succederà, è una cosa che scopriremo lavorando insieme anche se mi pare che tutti i giurati abbiano una loro umanità che condivido. Il criterio giusto per giudicare un film è che sia in grado di sorprenderci”.

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