Dopo aver raccolto il consenso di David Rooney su “Variety Daily Cannes”, Matteo Garrone, 33enne regista di L’imbalsamatore conquista anche la critica italiana. Giorgio Gandola sul “Giornale” ricorda che “ha fatto scattare in piedi gli spettatori entusiasti alla Quinzaine de Réalizateurs, la più cinefila delle rassegne sulla Croisette”.
Alberto Crespi su “L’Unità” descrive la pellicola targata Fandango come “un viaggio in un universo notturno, allucinato, onirico” con un’atmosfera “che di tanto in tanto fa pensare a David Lynch”.
Per Maurizio Porro, inviato a Cannes del “Corriere della Sera”, è un film dalla “stupefacente compattezza stilistica e contagio emotivo”.
Per Paolo D’Agostini, “la Repubblica”, “Garrone ha saputo tenere insieme un film d’atmosfere e un film d’intreccio. Ha vinto la sfida”. Lusinghiero anche il giudizio di Fabio Ferzetti sul Messaggero: “Dopo tanti inutili film-cronaca, eccone finalmente uno che non si accontenta di copiare la realtà, ma la reinventa e la illumina”.
Meno convinto il giudizio di Alessandra Levantesi su “La Stampa”: “Garrone è bravo a suggerire fin dall’inizio un’atmosfera di disagio e implosa violenza ma… non riesce a padroneggiare con altrettanta abilità il livello narrativo”.
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Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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