Mastroianni e quella simpatia per Enrico Berlinguer

Marcello Mastroianni è stato l’attore feticcio di Fellini, ma soprattutto di Scola. “Non era comunista come Scola ma ammirava la personalità del segretario del PCI" ricorda Laudadio al Bif&st


BARI. In piazza del Ferrarese, di fronte allo Spazio Murat, a pochi passi dal Teatro Margherita è stata inaugurata dal direttore del Bif&st Felice Laudadio la mostra dedicata a Marcello Mastroianni, insieme a una retrospettiva di circa 50 titoli, e allestita dal Festival e dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale. Si compone di 60 immagini sui set dei film interpretati scattate da famosi fotografi di scena: Pierluigi Praturlon, Divo Cavicchioli, Angelo Frontoni, Rosario Assenza, Francesco Alessi, Giovan Battista Poletto e David Cagnazzo.
Mostra che è integrata dai manifesti dei film Casanova 70, La dolce vita, Matrimonio all’italiana, Ballando ballando, La terrazza, Peccato che sia una canaglia.

“Quando gli si confidava un ruolo Marcello non interferiva sulla struttura della storia o sugli sviluppi del personaggio o sui dialoghi che lo esprimevano. Marcello si accingeva subito a ‘ricopiare’ il testo così com’era, ma con la sua personalissima calligrafia. E, che fosse italiano, americano, greco o francese, il ruolo diventava soltanto suo, gli calzava a pennello, tagliato sulla sua misura, come gli abiti che indossava e ai quali dedicava particolare cura”. Così Ettore Scola lo ricorda in un testo che apre il programma del Bif&st.
“Scola, presentando il film Il mondo nuovo, avrebbe dovuto inaugurare  il ciclo di incontri dedicati a Mastroianni. Per  noi è ancora il presidente fino a festival concluso. Semmai con il prossimo anno ci porremo il problema di un nuovo presidente onorario”, dice Laudadio nella conferenza stampa di apertura. E tra i papabili i rumors danno Giuseppe Tornatore.

“Mi piace Ettore. Ha humour; è simpatico. Con lui si può esprimere un’idea: se è valida, l’accetta – racconta l’attore di Scola sul set – In Una giornata particolare , mi ricordo, c’era una telefonata molto delicata che io, nel ruolo di un omosessuale, facevo evidentemente la mio amico. ‘Ettore – gli dissi – il pudore mi suggerisce di fare questa scena tutta di schiena. Vieni dietro la mia nuca, con la macchina da presa, perché le cose che dico non siano violente, non arrivino allo spettatore in maniera sgradevole’. Scola fu d’accordo . E quella telefonata è uno dei momenti più belli del film”.

Mastroianni è stato l’attore feticcio di Fellini, ma soprattutto di Scola che lo ha diretto in 9 film, più un episodio. “Non era comunista come Scola ma ammirava profondamente la personalità del segretario generale del PCI, Enrico Berlinguer, il suo rigore e la sua semplicità, la sua elegante ‘normalità’, segni distintivi anche della propria stessa personalità”, scrive Laudadio. In quel giugno 1984 l’attore prese parte al picchetto d’onore ai funerali del leader comunista, insieme a Fellini, Scola, Rosi, Antonioni, Maselli, Pontecorvo i Taviani, Carla Gravina e Monica Vitti.

147 i film interpretati, da Marionette di Carmine Gallone (1939, non accreditato) fino a Mi ricordo, sì, io mi ricordo di Anna Maria Tatò (1997), una sorta di testamento girato dalla sua compagna che all’inizio s’intitolava M.M. Autoritratto. Mastroianni ritenne questo titolo “troppo rigido, quasi presuntuoso – ricorda l’autrice – fa pensare a qualcosa di lineare, ben ordinato; pretende un rispetto quasi cronologico delle tappe della vita. Invece un titolo come Mi ricordo, sì, io mi ricordo è simile a uno spazio aperto”.

L’ultima sua interpretazione, che chiuse una carriera straordinaria, fu in teatro la commedia “Le ultime lune” per la regia di Giulio Bosetti. Il testo di Furio Bordon narra il difficile rapporto tra padri e figli, quando i padri invecchiano, e l’isolamento di un uomo, un padre, costretto a vivere in un ospizio fino alla sua morte. Un testo amato da Mastroianni perché lo sentiva vicino, avendo oltrepassato la soglia dei 70 anni. Diceva che lo aiutava a esorcizzare l’dea della morte, 

Bari 2016

Bari 2016

Il segreto e la vendetta di Michele Riondino

L’attore è il protagonista, con Valentina Cervi, Vitaliano Trevisan e Elena Radonicich, di Senza lasciare traccia, esordio di Gianclaudio Cappai presentato al Bif&st nella sezione Nuove Proposte e prossimamente nelle sale il 14 aprile. “Il film è nato dopo un viaggio con un’amica colpita dal cancro che mi confidò la convinzione che la malattia era dovuta a un evento traumatico vissuto anni prima. Da qui sono partito per costruire una giornata particolare di cui è protagonista Bruno”, spiega il regista

Bari 2016

Golino produttrice a Cannes con ‘Pericle il nero’?

Il film di Stefano Mordini, con Riccardo Scamarcio protagonista e tratto dall’omonimo romanzo noir di Giuseppe Ferrandino, è prodotto insieme ai fratelli Dardenne dalla Buena onda, la casa di produzione di Golino, Scamarcio e Viola Prestieri. Al momento l'attrice e regista è impegnata nella stesura della sua seconda opera, una storia con protagonisti due uomini, insieme a Francesca Marciano e Valia Santella. Polemica sulle nomination dei David: "Peccato che ci sia solo la mia candidatura, Il film di Gaudino merita di più"

Bari 2016

Bif&st 2017: omaggio a Vittorio Gassman

Il direttore Laudadio annuncia anche "la retrospettiva di un grande attore, magari anche regista, o di un’attrice americani viventi”. Edizione 2017 nel segno della tutela dell’ambiente: previsti incontri e conversazioni su cinema e scienza, “saranno con noi scienziati, fisici, matematici, personalità della cultura e il cinema denuncerà la distruzione della bellezza e dell’ambiente”. Tornerà inoltre la sezione internazionale del Festival con una quindicina di titoli. Presto il gemellaggio con il Festival del cinema italiano di Annecy

Bari 2016

Giorgio Colangeli, Premio Ferzetti per il film sull’amianto

L'attore romano premiato dal Bif&st per Un posto sicuro dell'esordiente Francesco Ghiaccio sulla fabbrica di morte Eternit. Un film drammatico ma positivo per Colangeli che mostra la possibilità di riscatto che ognuno ha dentro di sé: “Quando ho girato a Casale Monferrato, ho trovato una grande coesione ideale in quel dramma collettivo. Si spende molto in dolore, ma si ricevono in cambio consapevolezza e senso civico, le grandi tragedie aiutano a cambiare il punto di vista”. Premiati Due euro l'ora e The Plastic Cardboard Sonata


Ultimi aggiornamenti