Massimo Popolizio


Attore amatissimo da Luca Ronconi, vincitore del Premio Ubu nel ’96 come miglior interprete teatrale dell’anno, Nastro d’argento nel ’98 per il doppiaggio di Hamlet di Kenneth Brannagh, al cinema recentemente l’avete visto nei panni del “Terribile” in Romanzo criminale, alla radio l’avete sentito impegnato nella lettura del romanzo di Bulgakov, “Il maestro e Margherita”. E prossimamente arriveranno altri due film: una commedia politica e un noir notturno. CinecittàNews ha intervistato Massimo Popolizio in esclusiva.

A cosa sta lavorando?
Ho appena finito Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti. Una commedia ambientata negli anni ’70 a Latina: una famiglia di operai è preoccupata per il futuro dei due figli, due fratelli che sono come schegge impazzite. Uno è di sinistra, l’altro di destra. Hanno una sorella che fa l’università e c’è un professore che si dà arie da intellettuale ma vorrebbe portarsela a letto.

Fa pensare vagamente a “La meglio gioventù”.
In un certo senso, ma il film di Giordana era più profondo, qui lo stile è più di commedia.

Ha un ruolo anche in “Mare buio” di Roberta Torre, vero?
Abbiamo girato diverso tempo fa, ma nessuno ha mai letto l’intera sceneggiatura, perché Roberta Torre ha voluto mantenere il progetto nel più assoluto segreto. Io sono un ispettore di polizia, un tipo non molto rassicurante, e sono il capo di Luigi Lo Cascio. Il film è ambientato a Napoli, con un sacco di scene d’interni in un mondo notturno molto dark e torbido.

Da poliziotto a criminale nel film di Michele Placido sulla banda della Magliana…
Sono molto grato a Placido per quel ruolo. A 45 anni non sono più un giovane attore e inoltre ho fatto soprattutto teatro. Michele è un regista che viene dalla recitazione e ha molta fiducia negli attori di formazione teatrale, quelli che si sono irrobustiti sui classici, come me. Così mi ha dato questo piccolo ruolo in Romanzo criminale, un ruolo molto incisivo perché tutti ricordano il “Terribile”. Inoltre è un personaggio che parla un romano vero, non il dialetto alla Proietti che si sente in tv, ma una lingua dura e aspra che si usava a Roma fino qualche anno fa.

C’è qualche altro progetto in vista?
Per la prima volta partecipo a una serie in sei puntate per la tv, La stagione dei delitti. Le riprese dureranno circa sei mesi. Dopo l’estate preparo un testo di Hermann Broch, che metterò in scena a Milano nella primavera del 2007. Invece al cinema ancora niente.

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07 Luglio 2006

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