Martedì 23 luglio, la rassegna stampa

La casa di Pasolini diventerà un posto sicuro per i giovani, le vittorie dei ragazzi del Piccolo America: oggi sono una fondazione e promuovono l'audiovisivo, 'Anywhere Anytime' è l'unico film in gara alla Settimana Internazionale della Critica alla prossima Mostra del Cinema di Venezia, lacrime e rammarico al Giffoni per la nuova serie con Claudia Pandolfi


Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo.  

La casa di Pasolini diventerà un centro di aggregazione per i giovani

“Laddove non bastano dieci, cento arresti, occorre creare punti di aggregazione. E questa casa vuole accendere un faro di speranza diventando un luogo aperto a tutti gli artisti, a tutti gli intellettuali del mondo che si ritroveranno a parlare, a confrontarsi, a studiare nel nome di Pasolini” queste le parole di Valsecchi riportate oggi da Paolo Conti sul “Corriere della Sera“. Il produttore Pietro Valsecchi ha deciso di acquistare all’asta e poi donare al ministero della Cultura la casa al primo piano di via Giovanni Tagliere 3, a pochi metri dal carcere di Rebibbia, a Ponte Mammolo.

Il Decameron in arrivo su Netflix

“Boccaccio è stato solo un escamotage” scrive Ilaria Ravarini su “Il Messaggero“. Il Decameron, la serie girata in 22 settimane in Italia, in una villa vicino a Viterbo e a Cinecittà, nello storico Teatro 5 di Fellini, arriverà su Netflix, in otto episodi da questo giovedì. “L’idea iniziale dello show”, ha raccontato nelle interviste l’autrice Kathleen Jordan, “è nata all’inizio della pandemia di Covid. Guardavo i post della gente famosa e mi sembravano tutti completamente scollegati dalla realtà. Le persone morivano, i medici erano in difficoltà. E quelli si lamentavano della vita da “reclusi” nelle loro’ prigioni” multimilionarie. Lo trovavo irritante”. Ed è così che l’autrice ha usato l’escamotage di Boccaccio per scrivere una serie tv “sulla disparità di classe, senza che diventasse una specie di predica retorica”.

I ragazzi del Piccolo America

La loro storia è iniziata tredici anni fa, quando avevano bisogno di un’aula studio e si sono ritrovati un cinema. Tutti con l’obiettivo di cercare uno spazio di condivisione alternativo alla strada, in una città dove mancano luoghi sani di aggregazione in cui crescere. Dopo una mappatura dei luoghi abbandonati di Roma, i ragazzi decisero di salvare dal degrado e dalla speculazione edilizia il cinema Piccolo America di Trastevere, da lì lo sgombero forzato e la nascita dell’associazione Piccolo America, l’avventura degli Schermi Pirata e dal 2015 il Cinema in Piazza, rassegna estiva che ha ridato vita a piazza San Cosimato scrive Ornella Sgroi sempre del “Corriere della Sera“. Abbracciati da registi, autori e attori di tutto il mondo come Paolo Sorrentino, Damien Chazelle e Edward Norton, i ragazzi del Piccolo America nel 2021 hanno anche riaperto il cinema Troisi restituendo alla città uno spazio culturale di grande impatto sociale.

La lezione di De Sica in gara al Lido della Mostra del Cinema di Venezia

“Sarà l’unico film italiano in gara alla Settimana Internazionale della Critica alla prossima Mostra del Cinema di Venezia” riporta Fulvia Caprara de “La Stampa“. Anywhere Anytime diretto dal regista iraniano Milad Tangshir racconterà la storia del giovane immigrato clandestino Issa, un rider della Torino contemporanea a cui è stata rubata la bici che si dispera nel tentativo di ritrovare il suo unico mezzo di sopravvivenza. “Un dramma sociale sincero pieno di umanità e commozione che aggiorna la lezione neorealista instaurando un dialogo con il più recente cinema italiano” spiega la direttrice del Sic Beatrice Fiorentino.

Al Giffoni nessuno è riuscito a trattenere le lacrime

Doveva essere un incontro volto a ricordare Andrea e suscitare riflessioni sul tema del bullismo, poi, si è trasformato in una seduta di psicoterapia in cui nessuno “compreso il sottoscritto” scrive Marco Consoli de “La Stampa” è riuscito a trattenere le lacrime. Al 54esimo festival del Giffoni sono state presentate alcune clip del film con Claudia Pandolfi Il ragazzo dai pantaloni rosa, che racconta la storia vera di Andrea Spezzacatena, il ragazzo quindicenne suicidatosi perché stanco di essere deriso per la sua presunta omosessualità.

La mostra immersiva Tim Burton’s Labyrinth arriverà anche a Milano

Dopo Brusselles, Parigi e Madrid e Barcellona, ora è in visione al Radsetzerei di Berlino fino a novembre la mostra Tim Burton’s Labyrinth dedicata al geniale regista e sbarcherà a Milano il 6 dicembre per trattenersi nei locali della Fabbrica del Vapore fino al 2 marzo. Come riporta Andrea Spinelli de “Qn/Il Giorno/Il resto del carlino/La Nazione“: “Non è una mostra con schermi a 360 gradi, una cosa video” spiega il direttore artistico Alvaro Molina. “Attraversi un universo reale e cose fisiche, muri fisici, con materiali e luci diversi”. Prima tappa della mostra? Entrare attraverso la bocca di un mostro dentro cui un grosso pulsante rosso individua la prima di quattro porte da traversare e, una volta superata, sta poi al visitatore scegliere di stanza in stanza in quale infilarsi, questo sistema offre una serie di oltre duecento combinazioni consentendo regalando ad ogni visitatore un percorso e un’esperienza unica. “Prometto, però, che tutti alla fine, in un modo o nell’altro, si ritroveranno sul set del loro film preferito” assicura Molina.

Yara, la serie-tv che sta dividendo il pubblico

Dallo scorso 16 luglio, giorno di uscita su Netflix della docu-serie Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio, i social sono invasi da frasi come: “Ridate a quest’uomo 12 anni di vita”, “#freebossetti”, “Bossetti innocente”. A parlare nel corso degli episodi, sono soprattutto Bossetti, la moglie Marita Corni e gli avvocati della difesa, con il contributo del giornalista Luca Telese e di alcuni testimoni “super partes” tra cui il genetista forense Emiliano Giardina. Quello che si fa strada, puntata dopo puntata, è che la prova genetica – giudicata irripetibile dagli inquirenti, e incompleta secondo la difesa di Bossetti – sia stata manipolata ad arte per incastrare il muratore. “Ma, per quanto “rumore” possa produrre sui social, la serie non porterà, “oltre ogni ragionevole dubbio”, a una revisione del processo” scrive Ilaria Ravarino de “Il Messaggero“.

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