BERLINO – Marta Donzelli con Vivo Film è la produttrice di Siberia, film a tutti gli effetti italiano, in quanto coproduzione maggioritaria. Insieme a Vivo Film anche Rai Cinema, Maze Pictures, Piano Production in associazione con Faliro House, Rimsky Productions, Bavaria Filmproduktion (il sostegno del MiBACT, IDM Südtirol, FFF Bayern, la Regione Lazio, Eficinefilm). Eppure molti storcono ancora il naso quando si parla di “film italiano” a tutti gli effetti, perché è diretto da un regista americano come Abel Ferrara, anche se vive ormai stabilmente in Italia, e interpretato da una attore statunitense come Willem Dafoe, anche lui con residenza tra Roma e gli States.
“L’Italia ha una quota del 70%, poi c’è la Germania con un 20% e il Messico con il 10%”, ci spiega Marta Donzelli. Tra l’altro il film ha location straordinarie che vanno dai ghiacci della Siberia (ma siamo in Alto Adige) ai deserti del Messico. “A prima vista Siberia potrebbe apparire un film dall’ambientazione ben definita, in realtà non è così – spiega Donzelli – la geografia del film è principalmente interiore: racconta il viaggio del protagonista alla ricerca di se stesso, della propria memoria”. Decisiva, nella scelta di optare per l’Alto Adige, anche l’esigenza di girare a marzo – periodo in cui l’attore protagonista Willem Dafoe aveva dato la sua disponibilità – in un paesaggio che doveva apparire non solo innevato ma anche incontaminato. “Ci sembrava che l’Alto Adige offrisse una ricchezza di possibilità da questo punto di vista”, afferma Gregorio Paonessa, Vivo Film. Le riprese si sono svolte principalmente in un’isolata baita di montagna in Val Pusteria, individuata dal location scout meranese Florian Mohn. Oltre a questa, il film ha utilizzato diverse altre location in Alto Adige, tra cui un bunker della seconda guerra mondiale a Bolzano e una caserma abbandonata.
“E’ stato un percorso produttivo complesso – prosegue Marta – come si conviene a un film complesso. Abbiamo cercato di mettere insieme risorse adeguate a questa varietà di location distanti tra loro e – altro elemento di difficoltà – è la presenza degli animali, in particolare gli husky, e della natura selvaggia. In Alto Adige abbiamo girato a 2000 mt. in una baita irraggiungibile durante i mesi invernali dove si arrivava solo con un trasporto speciale, e devo ringraziare Abel e Willem per la grande duttilità e capacità di adattamento”. Cosa l’ha convinta a sposare questo progetto? “In primo luogo la purezza cinematografica, è un film che interpreta ciò che può fare il cinema oggi. Spesso lo storytelling ha la prevalenza, invece questa era l’occasione di lavorare su un film visionario, inoltre Ferrara mostra come tutto questo può avere un riflesso sulla nostra interiorità. Poi, pur essendo un film molto personale, tocca nodi e paure primordiali, i rapporti primari con genitori e figli, ad esempio, il che lo rende universale”.
Siberia debutta in concorso a Berlino con uscite previste in Germania, in Italia (con Nexo), e in Messico, mentre sono in corso trattative per altri territori allo European Film Market.
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