Da The Darjeeling Limited a Sleuth, da Persepolis a Non pensarci, da Caramel a I Vicerè, a Things We Lost in the Fire. 14 grandi anteprime – di cui tre aperte al pubblico cittadino – sono in programma alla 7/a edizione degli Incontri del Cinema d’Essai, che per la prima volta saranno ospitati, dal 9 al 12 ottobre, dalla città di Asti, dopo essere nati e cresciuti a Ravenna. E’ la prima volta anche per Mario Lorini, presidente della Fice dal dicembre scorso, che ha fortemente voluto anche i convegni in cui saranno affrontati i temi più caldi del settore cinema, come quello che metterà a confronto gli autori con gli esercenti d’essai, “il primo e l’ultimo anello della catena”. E aggiunge: “Ci teniamo che i film d’autore vengano distribuiti e proiettati con la giusta attenzione”.
Giunti alla 7/a edizione, gli Incontri del Cinema d’Essai si spostano da Ravenna ad Asti. Perché?
Quando è nata, nel 2001 a Ravenna, la manifestazione è stata pensata come itinerante, poi, anche grazie all’ottima ospitalità dell’Emilia Romagna, è cresciuta molto di importanza, ha catturato un’attenzione sempre più vasta, e siamo rimasti legati a una città che funzionava. Ora ci spostiamo per seguire il modello culturale che vede i cinema d’essai legati ai diversi centri storici, e Asti in questo senso è una città perfetta. E’ la città di Giovanni Pastrone e si trova quasi all’ombra della Mole Antonelliana. Il Piemonte, poi, è una regione ricca di iniziative per il cinema, ha un’ottima Film Commission e un festival importante come quello di Torino.
Quali sono gli obiettivi degli incontri?
Vogliamo offrire ai circa 500 esercenti associati dei momenti di confronto e una selezione di importanti anteprime in un’atmosfera piacevole e conviviale. Quest’anno abbiamo ben 14 premiere e il sostegno di major come Sony, Fox e Universal. Quest’ultima ci dà il film che proporremo in apertura: Things We Lost in the Fire di Susanne Bier. E’ per questa ricchezza di appuntamenti che abbiamo deciso di allungare di un giorno.
Quello di Susanne Bier è un titolo della Festa di Roma, che quindi voi anticiperete. Pensate che questa manifestazione possa aiutare il cinema di qualità?
Lo anticipiamo, ma in sede professionale, a beneficio di una platea di addetti ai lavori. La Universal ha avuto l’intelligenza di non vedere concorrenza tra gli Incontri Fice e la Festa capitolina. Trovo che quest’ultima sia una kermesse dalle enormi potenzialità e di grande impatto mediatico, ma ancora non molto efficace per le sorti del cinema d’autore. E’ una manifestazione in cui l’esercizio, che punta tradizionalmente su Cannes, Venezia e Torino, non è molto coinvolto, e dove alcuni film esauriscono la loro forza nel momento stesso del festival, come è capitato lo scorso anno per Fur con Nicole Kidman.
In questi giorni Cesare Petrillo di Teodora ha lamentato la quasi sparizione del cinema d’essai in Italia. Lei che spazio e che futuro crede che abbia il cinema di qualità?
Avevamo chiesto a Teodora di portare agli Incontri Irina Palm, ma non ce lo hanno concesso perché sarà in programma al Festival di Torino… La situazione del cinema d’essai non è tutta rose e fiori, ma non si può dire che in Italia non esista il cinema di qualità, visto che abbiamo un circuito di 500 sale, di cui 255 hanno ottenuto il premio statale del progetto Schermi di Qualità.
A proposito di istituzioni, cosa vi aspettate dalla Legge Cinema per il sostegno ai film d’essai?
Se lo Stato crede che esista un pubblico per il cinema di qualità, deve effettuare un investimento culturale per tenere in vita le sale, operazione che non è da confondere con l’assistenzialismo. Ci sembra che la Legge Cinema abbia dei contenuti in massima parte condivisibili e che offra buone prospettive per l’esercizio, visto che riconosce il valore delle sale di qualità nei centri storici come canale di programmazione di cinema prodotto dallo Stato. E’ giusto anche che altre componenti della filiera contribuiscano al sostentamento del cinema, nonostante ciò che dice Sky, che è di fatto un monopolista. Basta confrontare il suo fatturato con quello complessivo dell’esercizio cinematografico italiano.
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