Per tornare al cinema, vola nuovamente in America. Dopo due fiction – Il bello delle donne 2 e Marcinelle dei fratelli Frazzi – Maria Grazia Cucinotta parte per New York. Mamma felice della piccola Giulia, un anno, inizia in settimana le riprese di Mariti in affitto, opera prima di Ilaria Borrelli, rimandata proprio per la sua gravidanza. Cinque settimane di riprese, di cui una a Procida, dove l’attrice girò alcune scene del Postino di Massimo Troisi, pellicola che l’ha consacrata star.
Nella commedia della Borrelli, che ha il sapore di quelle anni ’60, prodotta da Massimo Cristaldi per Medusa e girata interamente in inglese, Maria Grazia sarà una piccola artigiana di Procida che fabbrica sandali di cuoio, madre di due figli di 7 e 3 anni, con un marito emigrato in America in cerca di fortuna. Che, dopo il forfait di Alessandro Gassman, impegnato sul set di Luciano Odorisio I guardiani della notte, avrà il volto di Piefrancesco Favino (quello di Dazeroadieci di Ligabue).
Antagonista della Cucinotta è Brooke Shields. Le ha rubato il marito oltroceano ma le due donne si confronteranno, si odieranno e si ameranno. L’uomo, da macho traditore diventerà vittima.
Per calarsi meglio nel ruolo di questa mamma-artigiana, Maria Grazia è andata a Firenze nella fabbrica di scarpe di Gucci, dal suo amico Diego Dolcini, per imparare come si usano colla e arnesi. “Mi sono innamorata subito di questo copione, perché l’arte di arrangiarsi dinanzi alle difficoltà è tipicamente italiana. Poi mi diverte l’idea di lavorare con le mani per fare i sandali: mi ricorda le fatiche casalinghe di mia nonna e di mia mamma: una donna che con il solo stipendio di mio padre postino ha cresciuto quattro figli”, dice Maria Grazia.
Torni a New York dopo James Bond ma torni anche a Procida dopo “Il Postino”. Che effetto ti fa?
Sono talmente diversa, che ci torno in modo diverso. Quando giravo Il Postino non mi conosceva nessuno e Procida l’ho girata tutta, in autobus, in mezzo alla gente. Ora questo non sarà possibile. Comunque quando inizio un film lo vivo sempre come un sogno, forse per paura di astrarmi troppo dalla realtà.
Come è andata sul set di Marcinelle?
Abbiamo girato per 12 settimane in Polonia. E’ stato un film difficile perché ci sono tanti effetti speciali e recitare nelle miniere a 1.300 metri sotto terra dove non si riesce a respirare non è stato facile. E’ una storia toccante perché fa vedere il sacrificio di questi poveri uomini. Io sono la moglie di un minatore che è Giole Dix. Nel cast ci sono anche Claudio Amendola, Elena Vigo, Lorenza Indovina, Giorgio Gobbi.
Qual è il tuo sogno?
Incontrare un regista che diventi al cento per cento mio complice. Il regista è tutto: ti può far diventare un mito o distruggerti per sempre! Mi piacerebbe creare anche un gruppo di persone che lavorino in simbiosi e con armonia, senza gelosie e rivalità, perchè il cinema è coralità, un luogo senza gerarchie, dove tutti sono uguali e indispensabili! Ilaria Borrelli, ad esempio, mi piace molto perché dopo aver scritto la sua storia ha bussato a tutte le porte per poter realizzare la pellicola in cui credeva molto.
Andrai a vedere “Pinocchio”?
Certo, e secondo me Benigni vince altri 3 o 4 Oscar! Perché Pinocchio è una favola internazionale e immortale.
Come concili il mestiere di mamma con quello di attrice?
Con un po’ di fatica, correndo qua e là. Ma essere diventata madre mi ha resa più sensibile e più disinibita: mi emoziono con più facilità ed esterno i miei stati d’animo senza vergogna. Questo mi ha aiutata anche nel lavoro: se non sei sensibile sulla pellicola non traspare nulla. E poi con un bambino torni bambino anche tu! E io provo un grande senso di libertà quando gioco con la mia piccola.
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