Margherita Vicario, regista di Gloria!, ha vinto la ventisettesima edizione del Bobbio Film Festival fondato e diretto da Marco Bellocchio.
Il Premio Città di Bobbio è andato a L’arte della gioia di Valeria Golino, mentre Luna Gualano con La Guerra del Tiburtino III si è aggiudicata il Premio speciale alla regia del quotidiano Libertà e Antonio Bannò e Tecla Insolia hanno vinto il Premio Fondazione di Piacenza e Vigevano destinato al miglior attore e alla migliore attrice.
La giuria del Festival, composta dai quasi settanta corsisti del Seminario residenziale di Critica Cinematografica curato da Anton Giulio Mancino, ha scelto di assegnare il Gobbo d’Oro a Margherita Vicario “per aver saputo costruire con ironia e delicatezza una fiaba musicale capace di raccontare a tutti una storia antica in chiave contemporanea e per aver composto una partitura di immagini in cui l’atto di creazione delle protagoniste diventa liberazione dai polverosi schemi del passato”.
Valeria Golino ha vinto il Premio del pubblico, assegnato al film più votato dagli abbonati del Festival, mentre Luna Gualano è stata premiata “per la capacità di reinventare immaginari fantascientifici impressi nel panorama collettivo in una chiave nuova e fresca. Per aver utilizzato uno sguardo inclusivo raccontando una realtà periferica romana e rendendone gli abitanti protagonisti eroici degli eventi. E, allo stesso tempo, aver modellato artigianalmente gli elementi del film”.
Il Premio Fondazione di Piacenza e Vigevano è stato attribuito a Tecla Insolia (L’arte della gioia), “per aver saputo costruire un personaggio versatile, capace di muoversi in spazi stretti e angusti mantenendo allo stesso tempo un variegato spettro emotivo. Per aver saputo plasmare un corpo attoriale, grazie al quale diventa possibile conquistare la propria identità”, e ad Antonio Bannò (La Guerra del Tiburtino III) “per il suo sguardo naturale e irriverente, e per l’abilità con cui ha caratterizzato un personaggio socialmente complesso in un contesto comico, senza mai cadere nella macchietta o nella superficialità. Il film ci ha spinto a riflettere su: ‘Cos’è e chi è l’altro da noi?’. A questa domanda, ha saputo rispondere con grande espressività Antonio Bannò”. (gp)
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