“Ci sono troppe serie che secondo me si occupano di violenza e divulgano questi messaggi, a me piace che il cinema si occupi di cose interessanti, belle, che facciano sognare, che facciano vedere il mondo com’è”.
Margherita Buy si è raccontata al Social World Film Festival, organizzato dalla Città di Vico Equense e diretto dal regista Giuseppe Alessio Nuzzo, nella 13esima edizione che l’ha fortemente voluta come madrina.
“Fare la madrina è sempre una cosa impegnativa però sono molto contenta – ha detto – Ho sempre cercato di portare sullo schermo delle storie che avessero anche una vicinanza con alcune problematiche sociali. Il cinema sta un periodo un po’ complicato, per tutto quello che gli sta succedendo intorno, è come una bella donna che però ha tantissime altre belle donne che gli girano vicino, e quindi forse è proprio per questo che può dare l’attenzione a dei problemi o a delle tematiche più importanti».Riguardo ai temi di cui si dovrebbe maggiormente occupare c’è sicuramente il femminile, «donne che vivono il presente, anche attraverso le storie che non per forza devono essere delle storie noiose, ma anche delle commedie”.
Ma anche di “immigrazione, disagio sociale, povertà, periferie, ci sono tante cose che il cinema ha affrontato e può continuare ad affrontare in maniera seria”.
Con le spalle forti di 8 Nastri d’argento e 7 David di Donatello, la Buy compie un salto per passare dietro la macchina da presa firmando la sua prima regia.
“Mi interessava mettermi dall’altra parte, porto una storia mia. È stato interessante perché ho capito anche tante cose mie, di quando mi pongo con i registi, cosa faccio, cosa dico. Ho visto l’altra parte, mi sono tanto divertita a dirigere un gruppo di attori stupendi, vedere che ti seguono, gli piace quello che gli stai dicendo, gli piace quello che stanno facendo, è bellissimo”.
“A Napoli ci sono andata un sacco di volte a girare dei film, e faccio sempre la stessa parabola: inizio che dico “oddio non ce la farò mai a stare qui, è troppo, troppo, troppo forte”, poi comincio a stare bene e poi non me ne voglio andare. Ho dei bellissimi ricordi come un bellissimo film che ho girato qui, si chiamava Lo spazio bianco con Francesca Comencini e ultimamente con Alessandro Gassmann con Il silenzio grande, girato a Posillipo nel momento in cui c’era il lockdown, non c’era nessuno, quindi una Napoli che non esiste, e li proprio mi sono innamorata”.
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