Uscirà nelle sale il 20 luglio Solometro, lungometraggio d’esordio per il regista Marco Cucurnia.
Il film, prodotto da Michele Placido e Federica Vincenti, è distribuito dall’Istituto Luce.
Solometro è un intreccio di storie di vari personaggi, che si incontrano per caso: la cinica prostituta (Anna Valle), il giovane sceneggiatore (Pietro Sermonti) , il riccone (Michele Pacido) che tradisce la moglie (Eleonora Giorgi).
Nel cast anche giovani attori esordienti.
Definirebbe Solometro una commedia?
Sì, una commedia della vita, giocata tutta sulla quotidianità della città, in questo caso Roma, che si porta dietro l’esperienza da me maturata grazie a Monicelli sulla commedia all’italiana. I personaggi nel film sono principalmente vettori per scoprire questa metropoli. I due protagonisti sono interpretati da Anna Valle e Pietro Sermonti. Se lui è il punto di vista della storia, lei rappresenta la scoperta della città. Si sa, se c’è qualcuno che scopre, dall’altra parte c’è sempre qualcun altro che si lascia scoprire.
Come è nata l’idea di dar vita a questo film?
Volevo raccontare quello che ho scoperto a Roma, dove vivo da 14 anni. Anche le riprese sono state fatte tutte dal vero nella capitale. Roma è purtroppo una città a volte inflazionata e disturbata dalla maleducazione di alcuni colleghi del cinema.
Quindi Roma è in qualche modo protagonista del film.
Proprio così. Roma è al centro sia della narrazione che della descrizione. Roma e la metropolitana, che per me rappresenta una sintesi drammaturgica con cui poter tornare all’essenza del cinema italiano. Questo mezzo è prima di tutto simbolo di democraticità perché viene usato da individui molto diversi, dalla persona più modesta al grande professionista.
Perché questo titolo?
“Solometro” è un giornale gratuito distribuito in metropolitana, che ho usato come pretesto. È come se nel film, che si sviluppa tutto in una giornata, avessi messo in scena proprio il giornale.
Come ha scelto il cast?
Cercando di capire se gli attori potevano assomigliare ai personaggi che avevo scritto. A volte quando si guida l’automobile si chiudono gli occhi, senza perdere però il controllo. Con gli attori deve succedere la stessa cosa: si deve avere la possibilità di chiudere per un secondo gli occhi, senza per questo andare fuori strada. Pietro Sermonti, con il suo approccio delicato alla vita, assomiglia molto al personaggio che interpreta. Anna Valle, conosciuta tramite Michele Placido, con la sua bellezza cristallina, ha aggiunto drammaticità al suo ruolo.
Che rapporto ha con Michele Placido, che è produttore del film?
Tra noi c’è un rapporto pieno di sfaccettature. Ci eravamo già incontrati sul set quando ero aiuto regista di Monicelli.
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