MARCELLO MAZZARELLA


Un mese a pesca di tonni per imparare le antiche regole della mattanza. L’interprete Marcello Mazzarella racconta la lunga preparazione che gli ha richiesto L’isola, l’opera prima di Costanza Quatriglio ambientata a Favignana e presentata alla Quinzaine.
“La mattanza mi ricorda la caccia ai bisonti degli indiani, è cruenta ma contiene un grandissimo rispetto per la natura, una natura che prende e che dà”. I tonni, catturati ancora con i metodi inventati 700 anni fa dagli arabi e basati sull’osservazione del comportamento dei pesci, è un reperto di civiltà non globalizzate, eppure il pescato finisce persino in Giappone, dove diventa raffinatissimo sushi.
Per Mazzarella, attore nato a Erice, ma orgoglioso di recitare in francese e inglese, è stata un’esperienza forte anche dal punto di vista linguistico, perché il dialetto di Favignana ha richiesto un notevole lavoro. “Non voglio però essere considerato un attore siciliano”, dice il Proust di Raoul Ruiz. “Odio il provincialismo, pur amando le tradizioni. Per essere un attore europeo credo che si debba andare verso le radici e contemporaneamente guardare lontano”.
Molto legato all’eroismo del personaggio di Placido Rizzotto, è tornato a lavorare con Pasquale Scimeca ne Gli indesiderabili, che forse vedremo a Venezia. “Portato in America da bambino da una famiglia di emigranti che riesce ad aprire una gelateria, vedo mio padre ammazzato perché non vuole pagare il pizzo… crescendo divento un gangster e mi vendico, ma vivo una profonda lacerazione e una storia d’amore infelice”.
Girato a Cinecittà (come Gangs of New York) e Genova, Gli indesiderabili ha un cast corale dove figura anche Vincent Gallo, che qui a Cannes è protagonista dello scandalo del giorno con il suo film da regista, Brown Bunny, per una scena di sesso orale iperrealistica.
Innamorato del cinema di ricerca, ma anche tra i protagonisti di un film tv di Michele Soavi per Canale 5 accanto a Raoul Bova (Ultimo tre), Marcello cita volentieri tra i suoi film preferiti Quello che cerchi di Puccioni, candidato al David come opera prima e un po’ sottovalutato. “È un’anomalia italiana guardare sempre agli altri come se dovessero insegnarci qualcosa. Smettiamo di essere complessati e usciamo fuori con orgoglio”. La copertina di “Le Film Français” dedicata a L’isola gli dà ragione.

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21 Maggio 2003

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